“Mia nonna diceva che quando una donna si sentirà triste, quello che potrà fare è intrecciare i suoi capelli: così il dolore rimarrà intrappolato tra i suoi capelli e non potrà raggiungere il resto del corpo.
Bisognerà stare attente che la tristezza non raggiunga gli occhi, perché li farà piangere e sarà bene non lasciarla posare sulle nostre labbra, perché ci farà dire cose non vere; che non entri nelle tue mani – mi diceva – perché tosterà di più il caffè o lascerà cruda la pasta: alla tristezza piace il sapore amaro.
Quando ti sentirai triste, bambina, intreccia i capelli: intrappola il dolore nella matassa e lascialo scappare quando il vento del nord soffia con forza.
I nostri capelli sono una rete in grado di catturare tutto: sono forti come le radici del vecchio cipresso e dolce come la schiuma della farina di mais.
Non farti trovare impreparata dalla malinconia, bambina, anche se hai il cuore spezzato o le ossa fredde per ogni assenza. Non lasciarla in te, con i capelli sciolti, perché fluirà come una cascata per i canali che la luna ha tracciato nel tuo corpo.
Intreccia la tua tristezza – mi disse – intreccia sempre la tua tristezza.
E, domani, quando ti sveglierai con il canto del passero, la troverai pallida e sbiadita tra il telaio dei tuoi capelli.”
Paola Klug, “Quando sei triste”
Paola Klug è una scrittrice messicana, che dice di sé:
“Sono nata in una famiglia multiculturale e multietnica, sono figlia delle tre radici di questo paese. Ho iniziato a scrivere quando ero molto giovane, ma è stato solo nel 2010 che ho iniziato a farlo professionalmente; Tutte le mie storie sono ispirate alle diverse sfumature del Messico meticcio e del Messico preispanico. Tradizione orale, mitologia, magia e sciamanesimo sono assi essenziali nei miei testi. Sono una scrittrice autodidatta nata in una cittadina costiera, sono la “cercatrice” della mia famiglia, quella che non si stanca mai di viaggiare per trovare nuove realtà di cui scrivere. La mia ispirazione nasce nelle città, i volti delle persone comuni come me e le storie che raccontano attraverso i loro occhi sono le mie muse.
Nelle mie storie troverai un po’ di me ma anche un po’ di te.“
Paola Klug
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Nell’immagine: Auguste Renoir, “La treccia”, 1887