“Nella polvere villaggi e città
In cui penetrò la cenere
Il tempo li esiliò da se stessi
Si dileguò il loro sole come ultimo giorno
I loro nomi
Nella polvere sono fortezze senza sentinelle
Strade senza uomini
Spade in cerca delle loro lame
Nella polvere c’è probabilità per ogni assenza
E per il ritorno
Nella polvere paese che trascorse
E alle lande vennero i venti
A raccontare al silenzio la storia.”
Ibrahim Nasrallah”, “Paese”
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“Non voglio essere la tua esotica
una sorta di delicato fragile uccello multicolore
imprigionato in terra straniera
in una gabbia grande come le sue ali spiegate
non voglio essere la tua esotica
le donne sono dappertutto come me
alcune più alte più scure più belle di me
ma proprio come me proprio le stesse
le donne portano ovunque in viso un naso come il mio
il mio nome nelle loro anime
non voglio,
non farti sedurre
dalla mia differenza i capelli
non mi furono messi in cima alla testa per ammaliarti
con qualche misterioso rito nero vudù
lo sbattere delle ciglia l’una con l’altra
non è lo scuro palpito del deserto
ma un semplice battito
lascialo perdere
non sarò la tua esotica
l’amore che porti alla mia bellezza non è altro
che una buffa libidinosa perversione rosata
nient’altro che cattiva necrofilia
perché la mia bellezza per te è morta
sono morta per te
né sarò la tua
concubina d’harem la bambola geisha la raccoglitrice di banane
la ragazza pon pon la coniglietta la barista in shorts
la puttana di città la danzatrice del ventre la ballerina personale
malinche venere ottentotta lavandaia
la principessa che castra il tuo vaso immacolato
non voglio essere
la tua erotica
né la tua esotica”
Suheir Hammad, “Esotica”