Uno zoppo entrò un giorno in un serraglio (“taverna“) e andò a sedersi accanto ad un viaggiatore.
“Non arriverò mai in tempo al banchetto del sultano“, sospirò, “perché la mia infermità mi impedisce di essere più veloce“.
L’altro alzò la testa: “Anch’io sono stato invitato, ma il mio stato è peggiore del tuo. Sono cieco. Non posso vedere la strada, benché anch’io sia stato invitato“.
Un terzo uomo, che aveva sorpreso la loro conversazione, s’intromise dicendo: “Se solo vi rendeste conto che voi due insieme avete i mezzi per raggiungere la vostra destinazione! Il cieco potrebbe prendere lo zoppo sulle spalle, così potreste usare le gambe del cieco per camminare e gli occhi dello zoppo per orientarvi“.
E fu così che entrambi poterono giungere al termine della strada, dove la festa li attendeva.
Tuttavia, per strada si erano fermati in un altro serraglio per riposarsi un po’. Avevano spiegato la loro situazione ad altri due uomini che erano seduti lì, sconsolati: uno era sordo e l’altro muto. Erano stati entrambi invitati alla festa. Il muto aveva sentito, ma si trovava nell’impossibilità di trasmettere l’invito al suo amico, il sordo. Questi poteva parlare, ma non aveva nulla da dire.
Nessuno dei due arrivò mai al banchetto, perché questa volta non c’era un terzo uomo per spiegare loro che c’era una difficoltà, e tantomeno come avrebbero potuto risolverla.
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Si racconta che il grande Abdul-Qadir lasciò un mantello a toppe sufi, con le precise istruzioni di darlo a colui che avrebbe ereditato il suo manto circa seicento anni dopo la sua morte.
Nel 1563, avendo Sayed Sikandar Shah, Qadiri, ereditato questa responsabilità, individuò lo sceicco Ahmed Faruqi di Sirhind e lo investì del manto.
Questo maestro Naqshbandi era già stato iniziato in sedici Ordini dervisci da suo padre, il quale, dopo una lunga e pericolosa ricerca, aveva potuto ricostituire la dispersa scienza tradizionale del sufismo.
Si crede che Sirhind fosse il luogo designato per la venuta del Gran Maestro, e una successione di santi aveva atteso per generazioni la sua manifestazione.
A seguito dell’apparizione di Faruqi e del riconoscimento della sua missione da parte dei capi di tutti gli Ordini dell’epoca, i Naqshbandi hanno cominciato a iniziare dei discepoli in seno alle quattro maggiori Vie del sufismo: le Vie Chishti, Qadiri, Suhrawardi e Naqshbandi.
La storia “Lo zoppo e il cieco” è attribuita allo sceicco Ahmed Faruqi, che morì nel 1615. Dovrebbe essere letta solo da chi ha ricevuto istruzioni precise al riguardo, oppure da chi ha già studiato “I ciechi e l’elefante” di Hakim Sanai.
Pubblicato su www.sufi.it
Pieter Bruegel il Vecchio, “La Parabola dei ciechi“, 1568 circa.