Denti di fiori, culla di rugiada
mani di erbe, e tu, fine nutrice,
tieni pronte lenzuola della terra
e il copriletto dei muschi.
Vado a dormire, nutrice mia, portami a letto,
Mettimi una lampada al capezzale
una costellazione, quella che vuoi,
vanno tutte bene, abbassala un pochino.
Lasciami sola: ascolto i germogli che si rompono,
ti dondola un piede celeste dall’alto
e un passero che traccia i suoi spartiti
perché dimentichi… Grazie. Ah, una richiesta :
se lui chiama, di nuovo, per telefono
digli che non insista. Che sono già andata.
Alfonsina Storni scrisse questa poesia nell’ottobre del 1938, poco prima di togliersi la vita, dopodiché la inviò al giornale argentino La Nación.
Il suicidio di Alfonsina ispirò la canzone Alfonsina y el mar, di Ariel Ramírez e Félix Luna, che fu interpretata per la prima volta da Mercedes Sosa e inclusa nell’album Mujeres Argentinas:
“Sulla morbida sabbia
lambita dal mare
la sua piccola orma
non torna più
un sentiero solo
di pena e silenzio
giunse all’acqua profonda
un sentiero solo
di mute pene giunse
fino alla spuma.
Sa Dio che angoscia
ti accompagnò
quali antichi dolori
la tua voce fece tacere
per giacere
cullata dal canto
delle conchiglie marine
la canzone che la conchiglia
canta nel fondo oscuro del mare
Te ne vai
con la tua solitudine, Alfonsina
che poesie nuove
andasti a cercare?
Una voce antica
di vento e di sale
ti blandisce l’anima
e la guida
e tu vai fin là
come in un sogno
addormentata, Alfonsina
vestita di mare
Cinque sirenette
ti guideranno
per sentieri di alghe
e di corallo
e fosforescenti cavalli marini
faranno accanto a te un girotondo
e gli abitanti dell’acqua
verranno subito a giocare
accanto a te.
Abbassa un poco di più la luce
nutrice, lasciami dormire in pace
e se lui chiama
non dirgli che sono qui
dì che Alfonsina non torna
e se lui chiama
non dirgli che sono qui
digli che me ne sono andata
Te ne vai
con la tua solitudine, Alfonsina
che poesie nuove
andasti a cercare?
Una voce antica
di vento e di sale
ti blandisce l’anima
e la guida
e tu vai fin là
come in un sogno
addormentata, Alfonsina
vestita di mare”.
Nell’immagine: Alfonsina Storni