Fosforescenze

I dubbi di Alice

10.11.2021
“La verità è che il Cappellaio e Alice erano innamorati, ma erano di due mondi completamente diversi. Eppure nessuno si dimenticherà mai dell’altro e si sono promessi che un giorno si rincontreranno e continuano a sperarci senza mollare.
Si dice che lui diventò Matto, ma di lei, e che lei lo sogni ogni notte.
Si sono lasciati qualcosa di indelebile dentro, qualcosa che neanche la pazzia potrà cancellare.”

Anonimo

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“La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella sua noiosa normalità!”
Cappellaio Matto (Johnny Depp), in “Alice in Wonderland”, 2010
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Lally Laura Lepore, “Il cappellaio matto”
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“Ma allora – disse Alice – se il mondo non ha assolutamente alcun senso, cosa ci impedisce di inventarne uno?”
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Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”
Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”.

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“La cosa migliore che possiamo fare è ballare.”
“E se ci prendono per pazzi, Signor Coniglio?”
“Lei conosce saggi felici?”
“Ha ragione, balliamo!”
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Illustrazione di John Tenniel, 1865
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“Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche parte devi correre almeno il doppio.”
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– Ma tu mi ami? Chiese Alice.
– No, non ti amo. – Rispose il Bianconiglio.
– Alice corrugò la fronte ed iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
– Ecco, vedi? – disse Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesca a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò Alice no, non ti amo. Non posso farlo.”
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Immagine tratta dal web
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“«E se smettesse di sognare di te, dove credi che saresti?» «Dove sono ora, naturalmente» – ribatté Alice. – «Niente affatto. – disse Piripù sprezzante. – Non saresti in nessun luogo. Perché tu sei soltanto un qualche cosa dentro il suo sogno.»”
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«Ma io non voglio andare fra i matti», osservò Alice. «Be’, non hai altra scelta», disse il Gatto «Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.» «Come lo sai che sono matta?» disse Alice. «Per forza,» disse il Gatto: «altrimenti non saresti venuta qui.“

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“Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
– Che strada devo prendere? – chiese.
La risposta fu una domanda: – Dove vuoi andare? –
– Non lo so”, rispose Alice. –
– Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza -.”
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Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?”, disse Alice
“Dipende soprattutto da dove vuoi andare”, disse il gatto.
“Non m’importa molto”, disse Alice.
“Allora non importa che strada prendi” disse il gatto.
“Purchè arrivi in qualche posto”, aggiunse Alice a mò di spiegazione.
“Ah per questo stai pure tranquilla – disse il gatto – basta che non ti fermi prima.”

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“In un Paese delle Meraviglie essi giacciono, sognando mentre i giorni passano, sognando mentre le estati muoiono; eternamente scivolando lungo la corrente, indugiando nell’aureo bagliore…
Che cos’è la vita se non un sogno?”

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Illustrazione di John Tenniel,  1866

 

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“Allora dovresti dire quello a cui credi”, riprese la Lepre Marzolina.
“È quello che faccio”, rispose subito Alice; “almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.”
“Non è affatto la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. “Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!”

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“Io mi so dar ottimi consigli,
ma poi seguirli mai non so.
Per questo nei pasticci spesso son.”
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“E qui Alice cominciò ad aver sonno, e continuò a dire tra sé e sé, un po’ come se stesse sognando: “I gatti mangiano i pipistrelli? I gatti mangiano i pipistrelli?”, e ogni tanto: “I pipistrelli mangiano i gatti?”, perché, vedete, il fatto è che siccome in nessun caso avrebbe saputo rispondere, non aveva poi grande importanza il modo in cui si poneva la domanda.”

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“Il segreto, cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie.”
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Il Ciarlestrone

Era brillosto, e gli alacridi tossi succhiellavano scabbi nel pantúle: Méstili eran tutti i paparossi, e strombavan musando i tartarocchi. «Attento al Ciarlestrone, figlio mio! Fauci che azzannano, fauci che ti artigliano, attento all’uccel Giuggio e attento ancora Al fumibondo chiappabana!» Afferò quello la sua vorpi da lama a lungo il manson nemico cercò… Cosí sostò presso l’albero Touton e riflettendo alquanto dimorò. E mentre il bellico pensier si trattenea, il Ciarlestrone con occhiali brage venne sifflando nella fulgida selva, sbollentando nella sua avanzata. Un, due! Un, due! E dentro e dentro scattò saettante la vorpida lama! Ei lo lasciò cadavere, e col capo Se ne venne al ritorno galumpando. «E hai tu ucciso il Ciarlestrone? Fra le mie braccia, o raggioso fanciullo! O giorno fragoroso, Callò, Callài!» stripetò quello dala gioia. Era brillosto, e gli alacridi tossi succhiellavano scabbi nel pantúle: Méstili eran tutti i paparossi, e strombavan musando i tartarocchi.

 

Lewis Carroll, da “Alice in Wonderland”

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Nell’immagine: le 12 eliografie che Salvador Dalì realizzò nel 1969 per “Alice nel Paese delle Meraviglie”, dietro richiesta della casa editrice Press-Random House di New York.

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