C’era una volta un muro bianco, freddo, anonimo. Il muro costeggiava una scalinata in Via del Sorriso. Illuminato dal sole in primavera e con lunghe ombre scure proiettate in inverno. Ogni giorno passi veloci correvano distratti e assenti. Nessuno sguardo lo rendeva speciale. Una scatola elettrica grigia chiara era posizionata con un filo che saliva fino alla balaustra.Una notte il riposo del muro fu turbato da un uomo in tuta nera. “Cosa sono quegli strani oggetti? E perché quel tipo continua a fissarmi con uno sguardo attento?” pensò la parete.
L’artista tirò fuori dallo zaino due fogli acetati arrotolati e dello scotch da pacchi. Attaccò gli stencil. Lo spray della bomboletta nera cominciò a solleticare il muro tratteggiando il corpo di una bimba con il braccio teso verso il cielo. Poi l’uomo passò a quello rosso per disegnare un palloncino a forma di cuore.
Il muro capì cosa stava accadendo e sorrise. Finalmente aveva un’amica. Sarebbero stati legati per sempre, come nelle favole!
Da quel giorno non ci furono più passi veloci, ma ammirazione e stupore negli occhi dei passanti. Trascorsero dieci primavere e dieci inverni. Il muro era felice, completo. La bambina, però, era sempre tesa verso quel palloncino, sempre in bilico fra restare e andare.
«Perché non metti giù il braccio e lasci andare il cuore? Noi apparteniamo alla terra», disse il muro. La bambina esitò. Non voleva ferirlo, ma l’amicizia impone verità. «L’artista ha dimenticato di disegnare il cielo.»
«E quindi?» Lei esitò, non voleva fargli crepe nel cuore: «È lì che vive il mio amore e io, invece, sono incatenata qui. Non saprà mai che non l’ho dimenticato se rimango.»
Il muro sentì per la prima volta il dolore, come se quello della bambina gli appartenesse.
«Studieremo un piano. Quando il prossimo inverno si alzeranno le foglie col vento, poco prima della notte, tu soffierai forte e lascerai andare il palloncino.»
«Ma così perderò anche lui…», si lamentò la bambina.
«Fidati di me.»
Venne la sera prestabilita. Alla bimba tremava il cuore. Una folata di vento sollevò in alto le foglie e il muro gridò «Ora!». La bambina soffiò più forte che poté e il palloncino si sollevò in aria. Insieme a quello anche il cuore della bambina volò via. Lei non poteva alzare lo sguardo, non era stata creata per quello e non riusciva a vedere niente, così chiese al muro.
«Allora? Ci siamo riusciti?»
Il palloncino era ormai tra le stelle, un puntino lontano e colorato.
«Il tuo amore ora sa che non hai mai smesso di pensarlo. Finalmente nessun ostacolo vi separerà e sarete uniti in quel cuore oltre il tempo e lo spazio», sorrise il muro.
Da quel giorno la strada fu chiamata Via degli innamorati.
La leggenda narra che tutti i fidanzati che guarderanno il muro con il disegno della bambina rimarranno legati per la vita.
Elisabetta Valeri, da “Storie brevi”
Street Artist Bansky