Musichiamo

Lei

12.11.2021
“Si disse di non parlare
Per non dire bugie
Pensò di non pensare
Per provare a sentire
E buttò i suoi lividi dentro al tramonto
E si illuminò il mondo
E il mondo capì che era così incomprensibile
Fra la vita e la morte
Girò cosi forte che lei andò su di giri
Finché il tempo non si fermò in mezzo ai suoi respiri
Come un cane randagio
Come un gatto solitario
Come un bambino perduto
Il tempo rimase muto
E mentre la città crollava
Come un manovale a giornata finita
Lei si chiese: “Quanto cemento ci vuole a tenere incollata una vita?”
E la vita scappò, come una moglie tradita
Come un’amante innamorata
Come una figlia impaurita
E la vita arrivò, come un vagito nel cielo
E allora lei si chiese se fosse davvero tutto vero
Ma era tutto così reale, così presente, così vivido
Eppure sappiamo tutti che stiamo parlando solo di un brivido
Ma quando tutti i peli di tutte le scimmie del pianeta
Si alzarono insieme
Una lama mi divise in due
Da una parte la musica, dall’altra il potere
E con la pistola in mano e la polvere da sparo in testa
Mandai l’esercito a dare fuoco alla foresta
Ma quando ogni cosa ormai sembrava perduta
E il telegiornale urlava che stavolta sarebbe davvero finita male
Lei chiuse gli occhi, infilò le unghie nella schiena
E scese il temporale e goccia dopo goccia crebbe un fiore
Che non ha un nome, che non ha un colore
Che non ha visto mai nessuno
Ma tutti noi, tutti noi, prima o poi ne sentimmo il profumo
Lei lasciò solo una scritta sul muro
“Pagheranno caro, pagheranno tutto”
Voi picchiate duro
Aprite una breccia e vedrete il futuro”
Alessandro Mannarino, “Lei”, dall’album “V”, 2021
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Immagine: Martin Watson, “Behind the Curtain”

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