“Farci esentare dalla vita perché essa non è il nostro elemento? Nessuno rilascia certificati di inesistenza. Dobbiamo perseverare nel respiro, sentire l’aria bruciarci le labbra, accumulare rimpianti dentro una realtà che non abbiamo desiderato, e rinunciare a dare una spiegazione al Male che alimenta la nostra rovina. Quando ogni momento del tempo si avventa su di noi come un pugnale, e la nostra carne, sollecitata dai desideri, rifiuta di pietrificarsi, come sopportare che un solo istante si aggiunga alla nostra sorte? Attraverso quali artifici possiamo trovare la forza dell’illusione per metterci alla ricerca di un’altra vita, di una vita nuova?
Il fatto è che tutti gli uomini che gettano uno sguardo sulle loro rovine passate credono – per evitare le rovine future – che sia in loro potere ricominciare qualche cosa di radicalmente nuovo. Fanno a se stessi una promessa solenne e attendono un miracolo che li tiri fuori dal baratro mediocre in cui il destino li ha sprofondati. Ma non accade nulla. Tutti continuano ad essere gli stessi, modificati soltanto dall’accentuarsi di quella tendenza a decadere che è il loro marchio. Intorno a noi non vediamo che ispirazioni e ardori degradati: ogni uomo promette tutto, ma ogni uomo vive per conoscere la fragilità della propria scintilla e la mancanza di genialità della vita. L’autenticità di un’esistenza consiste nella propria rovina.”
Emil Cioran, da “Sommario di decomposizione”
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Foto di Sonia Simbolo