Pensieri

Scompariremo lentamente nella storia…

17.11.2021

“Intorno, gli uomini che gridano: ‘Andate a mettervi il burqa! Sono i vostri ultimi giorni in giro per le strade!“

“Per me il burqa è sempre stato un segno di schiavitù. Sei come un uccellino intrappolato in gabbia: non avrei mai immaginato di indossarlo. Ma adesso, se voglio salvarmi la vita, penso che lo dovrò fare. Non ce l’ho, non so dove acquistarlo, ma molte mie amiche lo stanno cercando. Le donne lo comprano perché è l’unico modo per non essere in pericolo.”

“I guidatori dei mezzi di trasporto pubblico non ci facevano salire per tornare a casa: non volevano prendersi la responsabilità di trasportare una donna”.

“Ora nascondiamo i diplomi, per strada ci urlano di mettere il burqa.”

“Mia sorella ha lasciato la sua scrivania piangendo: ‘Sapevo che sarebbe stato il mio ultimo giorno di lavoro”.

“Stamattina le mie sorelle e io abbiamo nascosto le nostre carte di identità, i diplomi e i certificati. È stato devastante. Perché dobbiamo nascondere cose di cui dovremmo essere fiere? Sembra di dover bruciare tutto quello che ho realizzato in 24 anni”.

“Non sono al sicuro perché sono una donna di 22 anni, e so che i Talebani stanno costringendo le famiglie a consegnare le loro figlie e le loro madri per poi darle ai soldati”.

“Siamo nascoste in cantina. Siamo sole. Vi privo portateci via”.

“Noi non contiamo perché siamo nati in Afghanistan, scompariremo lentamente dalla storia. A nessuno importa di noi”.
Appello di una ragazza afghana, pubblicato su Twitter dall’attivista per i diritti umani Masih Alinejad
Testimonianze di donne da Kabul

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