Pensieri

Piera Degli Esposti: un’ora appoggiata alla macchina in cui si trovava il corpo di Aldo Moro

17.11.2021
«Dovevo andare a Siracusa, per recitare al teatro greco, nel ruolo di Elettra. Non stavo molto bene, i medici mi avevano consigliato di evitare l’aereo, di muovermi piuttosto in treno o in nave. Dunque chiesi all’amministratore dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di farmi avere i biglietti in via Caetani, nel centro di Roma, dove c’era la Fondazione del Teatro Greco. La mattina che arrivai per prendere questi biglietti, naturalmente ero da sola: tutti gli altri attori andavano in aereo. A via Caetani il portone era chiuso e sulla via c’erano solo due macchine. Una era una Cinquecento lontana e una era una Renault rossa, davanti agli scalini. Aspettando l’amministratore, che si chiamava Aristide Brusa, ero indecisa se sedermi sugli scalini o poggiarmi alla Renault che era lì. Decisi per la Renault. Passata un’ora e più, mi sono allontanata per andare al bar a prendere certe pastarelle e un caffè e poi tornare lì. Speravo sempre, verso mezzogiorno, di vedere apparire questo Aristide Brusa. Sono rimasta appoggiata alla Renault un’altra ora e più. Credendo che ormai Aristide Brusa non sarebbe più arrivato, visto che era l’ora di pranzo, vado a cercare il numero dell’Istituto del Dramma Antico su un elenco telefonico al bar Bernasconi, per dire che non avevo ricevuto i biglietti perché il portone era chiuso. Mentre sono lì a comporre il numero, sento tanta gente che urla «C’è Cossiga! C’è Cossiga!»: il ministro dell’Interno stava arrivando a via Caetani. Si sentono tante sirene. Poi al bar accendono il televisore e vedo comparire la macchina su cui ero stata appoggiata tutta la mattina. La aprono e c’era dentro questo fagotto, che poi era Moro. Mi sento mancare. Mi viene a prendere la mia amica e collega Ida Bassignano, mi porta a casa sua e telefona a mio fratello Franco, che allora faceva il politico a Bologna: «Sono Ida Bassignano, le passo sua sorella». E lui furibondo: «Ma cosa vuole mia sorella, non è il momento, è successa una cosa terribile…». «Ma è proprio di questo che sua sorella le deve parlare…». Non mi credeva nessuno. Mi hanno convocato pure i magistrati del caso Moro, molto insospettiti: «Ma perché lei si è appoggiata proprio a quella Renault rossa?».
Piera Degli Esposti

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