Linguaggi

Ci si parla … nel silenzio

21.11.2021
“E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria.
Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami.
Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.”
Tiziano Terzani, da “La fine è il mio inizio”
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Silenzio
“Non pensare che questo silenzio
sia semplice assenza di voci.
C’è lo stupore del fiore che sboccia,
abisso del passero notturno,
che gratta furtivo lo specchio della memoria.
Il silenzio è il seme di qualcosa di più antico.
Nel silenzio l’esistenza attenua
una realtà di frutto.
Non pensare che questo silenzio
sia semplice assenza di voci.”

José Eduardo Degrazia, “Silenzio”

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Mi chiedete parole che consolino

“Mi chiedete parole che consolino,
parole che confermino
le vostre ansie profonde
e vi liberino
da angosce permanenti.
Ma io ormai non posseggo
parole come queste.
Accettate il mio silenzio:
il meglio di me.
Fuggite il soffio che pronuncia,
sulla mia bocca,
l’amara condizione dell’umano.
E, intanto, lasciatemi contemplare
il volare dei panni
appesi alle finestre.”

Chantal Maillard

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                          Tiziano Calcari

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Amo il bianco tra le parole

“Amo il bianco tra le parole,
il loro margine ardente,
amo quando taci
e quando riprendi a parlare,
amo la parola che galleggia
solitaria
sullo specchio buio del vocabolario,
e quando sborda, va alla deriva
con deciso smarrimento,
quando si oscura
e quando si spezza,
si fa ombra.
Quando veste il mondo,
quando lo rivela,
quando fa mappa,
quando fa destino.
Amo quando è imminente
e quando si schianta,
quando è straniera,
quando straniera sono io
nella sua ipotetica terra,
amo quello che resta,
dopo la parola detta,
non detta. E quando è proibita
e pronunciata lo stesso,
quando si cerca e si vela,
quando si sposa
e quando è realtà dei muri
e quando sfracellarsi al suolo,
quando scorre candida
e corre per prima a bere,
e quando preme alla gola,
spinge all’aperto,
quando è presa a prestito,
quando mi impresta al discorso
dell’altro, quando mi abbandona.
Non voglio una parola di troppo,
voglio un silenzio a dirotto,
non un commercio tra mutezza e voce,
ma una breccia,
una ferita che allarga luce,
un sottosuolo della musica.
Dammi un amore che precipita –
parola.”

Chandra Livia Candiani, da “La Bambina Pugile”

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Amor di silenzio

“Nell’intrico più fitto ha posto il nido
un usignolo, amico del cipresso.
Mai nel sereno, da che imbianca l’alba,
un colpo d’ala, un temerario tuffo:
mai sulle reste, ove la luce sfila
a fior di fronda, un favellìo fugace.
L’albero ammanta, fuso d’ombra stretto,
quell’amor di silenzio che s’imbosca.
Solo, quando la notte ode il fruscìo
della luna che transita pei cieli,
poeta malinconico, dal folto,
come un raggio di luna il canto esprime.”

Elpidio Jenco, “Amor di silenzio”

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Lascia sia il vento

 

“Lascia sia il vento a completar le parole
che la tua voce non sa articolare.
Non ci occorrono più le parole.
Siamo entrambi il medesimo silenzio.
Come due specchi, svuotati d’ ogni immagine,
che l’uno all’altro rendono
un semplice raggio. E ci basta.”

Margherita Guidacci, “Lascia sia il vento”

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   Edward Hopper, “Summer in the city”, 1950

 

 

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Se tu non parli

 

“Se tu non parli
Riempirò il mio cuore del tuo silenzio
E lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare
Come la notte
Nella sua veglia stellata
Con il capo chino a terra
Paziente.

Ma arriverà il mattino
Le ombre della notte svaniranno
E la tua voce
In rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
Nel canto
Prenderanno ali
Da tutti i miei nidi di uccelli
E le tue melodie
Spunteranno come fiori
Su tutti gli alberi della mia foresta.”

Rabindranath Tagore, “Se tu non parli”

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Silenzio

 

“C’è tanto silenzio qui attorno
che mi pare di sentire i raggi della luna cadere contro i vetri.

Nel mio cuore
nasce una voce estranea:
una cadenza triste che non mi appartiene.

Dicono che gli antenati morti prima del tempo,
con il sangue giovane che scorreva ancora nelle vene,
con il sangue padrone delle grandi passioni,
con il vivo sole dei loro amori,
tornano per finire di vivere in noi,
la loro vita non vissuta.

C’è tanto silenzio qui intorno
che mi sembra di udire cadere i raggi di luna contro i vetri.

Chissà, anima mia, in quale petto canterai anche tu
attraverso i secoli,
quali corde del silenzio farai vibrare,
in quale arpa di tenebre affogherai la tua nostalgia,
romperai la tua allegria di vivere? Chi lo sa? Chi lo sa?

Lucian Blaga, “Silenzio”

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Silentium

 

“Taci, nasconditi ed occulta
i tuoi sogni e sentimenti;
che nel profondo dell’anima tua
sorgano e volgano a tramonto
silenti, come nella notte
gli astri; contemplali tu e taci.

Può palesarsi il cuore mai?
Un altro potrà mai capirti?
Intenderà di che tu vivi?
Pensiero espresso è già menzogna.
Torba diviene la sommossa
Fonte: tu ad essa bevi e taci.

Sappi in te stesso vivere soltanto.
Dentro te celi tutto un mondo
d’arcani, magici pensieri,
quali il fragore esterno introna,
quali il diurno raggio sperde:
ascolta il loro canto e taci!…”

Fëdor Tjutčev, “Silentium”

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Forse

 

“Tutte le risposte bruciano intensamente
sono fatte di parole,
quella legna che non si consuma mai.
È nella domanda che si trova la risposta
ma è nella risposta che si annientano
tutte le ulteriori possibili domande.
Forse l’unico modo per conoscere
sta nel porre la domanda
prima di provare a rispondere
con parole che erano già scritte
prima di sapere le risposte.
O forse talvolta è il silenzio
la sola risposta
che non sappiamo chiedere.”
Alfonso Brezmes, “Forse”
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Joan Fontcuberta, “Why don’t you say It?”, 1974
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Restare in silenzio

“Ora conteremo fino a dodici
e tutti ci fermeremo.

Per una volta sulla faccia della terra,
non parliamo alcuna lingua;
fermiamoci un istante
e smettiamo di gesticolare tanto.

Che strano momento sarebbe,
senza trambusto, senza motori;
ci troveremmo tutti insieme
in un`improvvisa stravaganza.

I pescatori nel freddo mare
non farebbero del male alle balene
e l`uomo che raccoglie sale
non si guarderebbe le mani offese.

Quelli che preparano nuove guerre,
guerre col gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero abiti puliti

e camminerebbero con i loro fratelli
nell`ombra, senza far nulla.

Quello che voglio non va confuso
con l`inerzia totale.
E` della vita che si tratta;
non faccio patti con la morte.

Se non fossimo ossessionati
dal tenere la vita in movimento,
e una volta tanto potessimo non far nulla,
forse un immenso silenzio
interromperebbe questa tristezza
di non capirci mai
e di minacciarci di morte a vicenda.
Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d’inverno sembra morto
e poi si dimostra vivo.

Ora conterò fino a dodici
e voi starete in silenzio e io andrò via.”

Pablo Neruda, “Restare in silenzio”

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Chiedo silenzio

“Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.

Io chiuderò gli occhi

E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.

Una è l’amore senza fine.

La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.

La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.

La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.

La quinta cosa sono i tuoi occhi.

Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.

Amici, questo è ciò che voglio.
E’ quasi nulla e quasi tutto.

Ora se volete andatevene.

Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.

Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.

Accade che sono e che continuo.

Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i garni che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.

È che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.

Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.

Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.

Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.”

Pablo Neruda, “Chiedo silenzio”, da “Stravagario”, 1958

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Vilhelm Hammershøi, “Hvile” (“Riposo”),1905

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Ho bisogno di silenzio

“Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.

Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.

Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.”

Alda Merini

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Ho conosciuto il silenzio

 

“Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare
e il silenzio della città quando si placa
e il silenzio di un uomo e di una vergine
e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio.
Il silenzio dei boschi
prima che sorga il vento di primavera
e il silenzio dei malati quando girano gli occhi per la stanza,
e chiedo per le cose profonde a che serve il linguaggio.
Un animale nei campi geme una o due volte
quando la morte coglie i suoi piccoli;
noi siamo senza voce di fronte alla realtà.
Noi non sappiamo parlare.
Un ragazzo curioso domanda a un vecchio soldato
seduto davanti alla drogheria
Come hai perduto la gamba?
e il vecchio soldato è colpito di silenzio e poi gli dice
Me l’ha mangiata un orso.
E il ragazzo stupisce,
mentre il vecchio soldato, muto,
rivive come in sogno
le vampe dei fucili
il tuono del cannone
le grida dei colpiti a morte
e se stesso disteso al suolo
i chirurghi dell’ospedale
i ferri
i lunghi giorni di letto.
Ma se sapesse descrivere ogni cosa sarebbe un artista,
ma se fosse un artista
vi sarebbero ferite più profonde
che non saprebbe descrivere.
C’è il silenzio di un grande odio
e il silenzio di un grande amore
e il silenzio di una profonda pace dell’anima
e il silenzio di un’amicizia avvelenata.
C’è il silenzio di una crisi spirituale
attraverso la quale l’anima, sottilmente tormentata,
giunge con visioni inesprimibili
in un regno di vita più alta,
e il silenzio degli dei che si capiscono senza parlare.
C’è il silenzio della sconfitta
c’è il silenzio di coloro che sono ingiustamente puniti
e il silenzio del morente, la cui mano stringe subitamente la vostra.
C’è il silenzio tra padre e figlio,
quando il padre non sa spiegare la sua vita, sebbene in tal modo
non trovi giustizia.
C’è il silenzio che interviene fra il marito e la moglie
c’è il silenzio dei falliti
e il vasto silenzio che copre le nazioni disfatte e i condottieri vinti.
C’è il silenzio di Lincoln, che pensa alla povertà della sua giovinezza
e il silenzio di Napoleone dopo Waterloo
e il silenzio di Giovanna d’Arco
che dice tra le fiamme
Gesù benedetto
rivelando in due parole ogni dolore, ogni speranza.
C’è il silenzio dei vecchi,
troppo carichi di saggezza
perché la lingua possa esprimerla
in parole intelligibili
a coloro che non hanno vissuto la grande parabola della vita.
E c’è il silenzio dei morti.
Se noi che siamo vivi non sappiamo parlare di profonde esperienze,
perché vi stupite che i morti non vi parlino della morte?
Quando li avremo raggiunti
il loro silenzio avrà spiegazione.”

Edgar Lee Masters, “Ho conosciuto il silenzio”

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Il bersaglio e il silenzio

“Per colpire a segno bisogna che
regni verosimilmente il silenzio:
la parola può allarmare il bersaglio,
renderlo vibratile, quindi mobile.
Benvenuti allora gli artefici di suoni,
anche se assassini della quiete.”

Angelo Scandurra, “Il bersaglio e il silenzio”

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Silenzio

“Voglio silenzio ora
silenzio contro l’odio
che spazza via ogni comprensione
ogni sguardo sincero
ogni gesto altruista

Voglio silenzio
che spezzi ogni urlo
ogni grido di rabbia
ogni bestemmia

Voglio silenzio
perché le parole sembra non bastino più

Voglio silenzio
perché riveste le vittime

Voglio silenzio
perché non c’è nulla da aggiungere al dolore
perché il silenzio è ciò che avvolge ogni singola voce
di ogni singola persona
in ogni singolo villaggio,
paese, città
in ogni singolo stato
e continente

Voglio silenzio
perché non ha colore,
non ha religione, non ha etnia,
non ha una lingua,
perché alla fine è il silenzio
che ci accoglierà
tra le sue braccia
dopo tanto rumore
dopo tanto dolore
dopo tante parole
che affondano nei cuori
come pugnalate.”

Rahma Nur, “Silenzio”

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Epiloghi
“Le cose che non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,
come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,
anche il fulmineo lampo dell’amore
non ha un epilogo tonante,
muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma
finché restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.”
Derek Walcott, “Endings”, da “Collected Poems. 1948-1984”
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Silenzio
“In realtà c’erano diversi tipi di silenzi:
quello della notte.
Ci era necessario;
quello del compagno che ci lasciava piano;
quello che osservavamo in segno di lutto;
quello del sangue che circola lento;
quello che ci ragguagliava sugli spostamenti degli scorpioni;
quello delle immagini che ci passavamo e ripassavamo nella mente;
quello delle guardie che tradiva stanchezza e routine;
quello dell’ombra dei ricordi bruciati;
quello del cielo plumbeo di cui non ci perveniva quasi nessun segno;
quello dell’assenza, l’accecante assenza della vita.
Il silenzio più duro, più insopportabile, era quello della luce.
Un silenzio potente e molteplice.
C’era il silenzio della notte, sempre uguale,
e poi c’erano i silenzi della luce.
Una lunga e interminabile assenza.”
Tahar Ben Jelloun, “Silenzio”
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Foto di Jeno Major
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Non c’è abbastanza silenzio
“Non c’è abbastanza silenzio
Per il mio silenzio.
Nelle prigioni e nei conventi
Nelle chiese e nella notte
Non c’è abbastanza silenzio
Per il mio silenzio.
Gli amanti nella stanza,
I topi nel muro.
La ragazzina
Nei lunghi corridoi del collegio.
Tutti i cani perduti
Per i quali ho sofferto:
Il mio silenzio è maggiore
Di tutta la solitudine
E di tutto il silenzio”
Hilda Hilst (poetessa, scrittrice e drammaturga brasiliana), “Non c’è abbastanza silenzio”
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Il silenzio è il guanto della voce?
“Il silenzio è il guanto della voce?
Potremmo toccarlo?
Ricorderemo il silenzio d’un giorno
qualsiasi da bambini?
Forse vola sfiorando il suolo?
Il poeta che sceglie il silenzio: va
volontariamente o è il silenzio a chiamarlo?
Chi tace, acconsente?
Sono risposte che non posso chiedere.
Non temo il silenzio,
anche quando si sfracella con le sue ali
di polvere sulla mia finestra.
Non fa paura ascoltarlo.
Ma temo di vederlo.”
Jorge Boccanera, da “Sordomuta”, 1991
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Parola, slenzio
“Siccome un bel tacer non fu mai scritto
un bello scritto non fu mai tacere.
In ogni caso si forma un conflitto
al quale non si può soprassedere.
Dell’ossimoro fatta la frittata
‒ tale fu la richiesta truffaldina ‒
si diè inizio a una torbida abbuffata
del pro e del contro in allegra manfrina.
Sì parola, sì silenzio: infine assenzio.”
Andrea Zanzotto, “Parola, silenzio”, da “Conglomerati”
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Immagine dal web
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La muffa del silenzio germina ombre
“La muffa del silenzio germina ombre
fra i tuoi e i miei capelli.
Schiude i tuoi polsi
al buio delle mie palme.
Alla finestra
la notte gira su cardini di stelle.”
Goliarda Sapienza, da “Ancestrale”
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È ora di trovare un posto
“È ora di trovare un posto
dove poterci scambiare silenzio.
Ho ciarlato senza posa
in sale insegnanti, corridoi e ristoranti.
Quando non ci sei tu tra i piedi
continuo a conversare nella mente.
E anche questa poesia
ha quarantotto parole di troppo.”
Eunice de Souza, da “L’India dell’anima”, 2005 – Traduzione di Andrea Sirotti

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Foto di Vishal Marapon

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