Vestita di silenzio, muta, senza ombre.
E’ il momento di partire, quando tutto ancora dorme, con il tempo sospeso in cielo, legato alle stelle e ad una mezza luna bianca come pastore tra le pecore.
Sarà un viaggio lungo fino a Tripoli, su strade impolverate che a fatica tracciano il loro esistere rubando alla sabbia lo spazio per esserci.
Come noi.
Che siamo qui, a rubare momenti, frammenti, pezzi di vita sparsi tra le poche gioie e le tante difficoltà.
Siamo strade, tortuose, capricciose, testarde nel pretendere risposte e sempre stupidamente convinti che “domani é un altro giorno” diverso, migliore…
E invece sarà solo un altro giorno, perché gli uomini non cambiano in una notte e non bastano le stelle a contare i pensieri, non bastano le lune che s’affacciano curiose a guardarci, non basta il silenzio a riempirci di “noi” dei nostri pensieri…
Siamo strade in cerca di una destinazione che non sappiamo bene quale sia.
Traguardi che una volta raggiunti ci spingono oltre.
Attraversiamo paesi con la scritta “passato” e ci dirigiamo verso quelli che riteniamo “futuro” per poi scoprire che sono solo punti, piccoli punti, del nostro vagabondo vivere.
Siamo strade, simili a questa che rasentando le dune, scivola accarezzando la sabbia, evitando di perdere il controllo e restare fermi a chiederci perché siamo rimasti bloccati nel percorso.
Siamo strade che mai hanno fine perché ad una se ne aggiunge un’altra, perché basta un bivio, una svolta, per portarci altrove.
Perché in fondo la vita non ha nessun traguardo.
Come una strada, chiede solo d’essere percorsa.
Sta a noi godere del viaggio, dargli un significato, riempirlo d’attenzione.
I metri sono importanti.
Ogni passo é importante.
Ogni curva, ogni rettilineo, ogni salita del nostro viaggiare é importante.
Ogni traguardo é fatto per essere superato.
Ce ne inventiamo un altro, più lontano per avere la ragione di muoverci.
Eterni vagabondi senza fissa dimora.
Si parte.
Un cane ci abbaia il suo arrivederci.
Un uomo ci saluta, un altro ci ha già voltato le spalle.
Siamo diventati improvvisamente il “passato” quella casa, quelle Persone sono già “ieri” mentre là in fondo al limite del buio, un sottile chiarore é il nostro domani.
Sapremo tra poco se veramente sarà un altro giorno o soltanto un giorno, un insieme di ore sparse che scivolandoci tra le mani ci faranno solo sentire più poveri…
Perdere il tempo, smarrire minuti che non troveremo mai più…mentre la macchina corre mangiando la strada, metro dopo metro, verso un altro metro.
Siamo strade, dall’infinito percorso, fatte di speranza ma asfaltate dalla realtà.
Infinite…”