“Ti prego, ma ti prego veramente, di non rinunciare a esperire, a provare, a giudicare, a schierarti per quello che, secondo te, non va bene, non funziona, non è giusto, non è nel senso d’un tendenziale armonico sviluppo del pianeta.
Non credere, ti prego, a chi ti dice che non sarai tu a mutare gli equilibri del mondo, che non sei nella stanza dei bottoni.
La stanza dei bottoni ce l’hai dentro.
È al tuo io che devi rendere conto, innanzitutto.
Non avere paura di essere “in pochi”.
Non avere paura di occuparti di cose più grandi di te: ogni cosa grande ha evidenze piccine riscontrabili da chiunque abbia gli occhi.
Le cose grandi sono le più importanti: non c’è bisogno di diventare grandi per occuparsene.
Anzi, ad aspettare si rischia che sia poi troppo tardi.
Io li vedo, perché ci vivo in mezzo: gli adulti che non erano massimalisti da ragazzini, sono rimasti minimi, non hanno sogni, solo prospettive.
Niente è vecchio di quello che puoi fare.
Dato che tu sei nuovo.
Non avere paura di pretendere un silenzio rispettoso da parte di chi dichiara di sapere come vanno a finire le cose.
Se non lo sai, non è perché sei piccolo, è perché sei più attento, meno passivo, più intelligente.
Non partecipare, ti prego, al coro di sfiducia.
È pigra, è noiosa, è facile la sfiducia.
E ce n’è in giro troppa.
Se posso darti un consiglio, e intendo dartelo anche se non posso, una sfida alla sfiducia potrebbe essere un banco di prova per mettere a punto i vostri strumenti, per uscire dal tempio a fronte alta e andare a misurarvi con il mondo.”