“Vedi questo uomo, tutto appesantito dalla sua carne, radicato sul luogo dai suoi due grandi piedi e tu dici, stendendo la mano per toccarlo: è là. E ciò non è vero: ovunque sia, un uomo, Bariona, è sempre altrove. Oltre le cime violette che tu vedi di qui, a Gerusalemme; a Roma, oltre questa giornata glaciale, domani. E tutti questi che ti circondano, sarà difficile che siano ancora qui: sono a Betlemme in una stalla, attorno al piccolo corpo caldo di un bambino. E tutto questo avvenire di cui l’uomo è plasmato, tutte le cime, tutti gli orizzonti violetti, tutte queste città meravigliose che bazzica senza mai averci messo i piedi: è questa la Speranza. È la Speranza. Guarda i prigionieri che sono davanti a te, che vivono nel fango e nel freddo. Sai quello che vedresti se potessi seguire la loro anima? E colline e i dolci meandri di un fiume e delle vigne e il sole del Sud, le loro vigne e il loro Sole. È laggiù che essi sono. E le vigne dorate di settembre, per un prigioniero intirizzito e coperto di parassiti, questa è la Speranza. La Speranza è il meglio di essi. E tu, vuoi privarli delle loro vigne e dei loro campi e dello splendore delle colline lontane, vuoi lasciar loro solo il fango e i pidocchi e la rutabaga, vuoi dar loro il presente spaventato della bestia.
Poiché è la tua disperazione: ruminare l’istante che passa, guardare tra i tuoi piedi con un occhio rancoroso e stupido, strappare la tua età dall’avvenire e richiuderla in cerchio intorno al presente. Allora non sarai più un uomo, Bariona, non sarai che una pietra dura e nera sulla strada. Sulla strada passano delle carovane, ma la pietra resta sola e irrigidita come un limite nel suo risentimento.”
Jean Paul Sartre, da “Bariona, o il figlio del tuono”
(Bariona è un testo teatrale che fu composto da Sartre nel Natale del 1944, mentre era prigioniero nel campo di Treviri. Misurandosi, proprio lui che era ateo, con la dimensione del sacro, Sartre immagina che Bariona, il capo di un villaggio vicino a Betlemme, folgorato dall’incontro con il Bambino, si senta investito dalla missione di liberare il suo popolo dal dominio romano)