“Inchinati al tuo imbarazzo.
Sorridi alla tua goffaggine. Sii amico della tua incompetenza. Ridi quando inciampi. Queste sono tutte onde preziose nell’indefinibile vastità di te.
La perfezione è irraggiungibile, però puoi trovarla nella presenza; la presenza dell’imperfezione.”
Jeff Foster
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Amo i gesti imprecisi
“Amo i gesti imprecisi,
uno che inciampa, l’altro
che fa urtare il bicchiere,
quello che non ricorda,
chi è distratto, la sentinella
che non sa arrestare il battito
breve delle palpebre,
mi stanno a cuore
perché vedo in loro il tremore,
il tintinnio familiare
del meccanismo rotto.
L’oggetto intatto tace, non ha voce
ma solo movimento. Qui invece
ha ceduto il congegno,
il gioco delle parti,
un pezzo si separa,
si annuncia.
Dentro qualcosa balla.”
Valerio Magrelli, “Amo i gesti imprecisi”, da “Nature e venature”
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Fausto Rampazzo, “Donna con sigaretta”
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Ode alle donne imperfette
“Le donne imperfette con orgoglio onorano le rughe e le cicatrici, perché con esse ricordano che sono state, sono e saranno più forti del dolore.
Le donne imperfette hanno il coraggio di sognare ad alta voce, muovendosi in sincronia da vari mondi, creando una nuova tela in cui sono necessari tutti i colori e l’accettazione dei loro errori come apprendimento prezioso.
Le donne imperfette rispettano tutta la vita e chiedono rispetto e giustizia per loro.
Le donne portano radici imperfette ai piedi, ancorate alla Madre Terra. Hanno nei loro passi le antenate, sorelle, figlie e nipoti. Danzano attorno ai falò per mantenere viva la fiamma di tutte le donne che sono stati bruciate nel loro essere più imperfette.
Le donne imperfette celebrano l’immenso dono che la vita ha dato loro essere donne, godono della loro sessualità e difendono il diritto fondamentale di possedere i loro corpi e le loro vite.
Le donne imperfette onorano l’altro, si tengono per mano e si sostengono celebrando i successi delle altre e piangendo insieme per i propri dolori.
Le donne imperfette scelgono gli uomini imperfetti, sensibili, che camminano sul loro stesso sentiero.
Le donne imperfette imparano che le loro mestruazioni sono un dono, una potente apertura in altri mondi. Esse comprendono che il dolore è segno di connessione con tutte le donne che le hanno precedute e comporta la riconciliazione con il proprio grembo e il grembo di Madre Terra.
Le donne imperfette iniziano a ricordano che il sangue non è spazzatura, il proprio sangue è sacro e porta all’alchimia della vita.
Le donne imperfette chiedono giustizia in silenzio per i propri diritti e per la propria femminilità, perché il silenzio contiene il grido di tutte le donne e il grido di ogni donna ha l’eco di tutte le canzoni, il cielo e tutti i voli, il seme di tutti i fiori.
Nelle loro pance portano una canzone antica e sono incinte di speranza. Partoriscono le stelle perché hanno bisogno di Luce.
Le donne imperfette dicono forte e chiaro che non hanno paura, camminano senza paura e senza amnesia in un mondo pieno di paura.
Le donne non sono proprietà di chiunque perché imperfette, loro sono proprietà di loro stesse, non sono la costola di nessuno o l’oggetto del desiderio, né sono invisibili.
Sono donne e vogliono essere chiamate Donne.
Le donne sono incredibilmente perfette quando hanno il coraggio di essere imperfette, quando hanno il coraggio di essere, né più né meno, di essere.
Le donne imperfette iniziano a sentire il desiderio di ristabilire il contatto con altre donne imperfette e ricordano a tutti che l’anima non dimentica. Ricordano che non sono sole, che non lo sono mai state e non lo saranno mai. Perché essere imperfette le rende uniche, Uniche per il mondo, per loro stesse e per la loro Libertà”.
Ada Luz Márquez, “Ode alle donne imperfette”
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Non mi pento di niente
L’imperfezione è la cima
“È vero che occorreva distruggere e distruggere e distruggere,
È vero che la salvezza era a quel prezzo.
Devastare il volto nudo che affiora nel marmo
Martellare ogni forma di bellezza.
Amare la perfezione in quanto soglia,
Ma conosciuta negarla, dimenticarla morta,
L’imperfezione è la cima.”
Yves Bonnefoy, “L’imperfezione è la cima”, 2005, da “Ieri deserto regnante” – Traduzione di Diana Grange Fiori
Foto di Sonia Simbolo – Modella Rossana Perri