“Inchinati al tuo imbarazzo.
Sorridi alla tua goffaggine. Sii amico della tua incompetenza. Ridi quando inciampi. Queste sono tutte onde preziose nell’indefinibile vastità di te.
La perfezione è irraggiungibile, però puoi trovarla nella presenza; la presenza dell’imperfezione.”
Jeff Foster
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Amo i gesti imprecisi
“Amo i gesti imprecisi,
uno che inciampa, l’altro
che fa urtare il bicchiere,
quello che non ricorda,
chi è distratto, la sentinella
che non sa arrestare il battito
breve delle palpebre,
mi stanno a cuore
perché vedo in loro il tremore,
il tintinnio familiare
del meccanismo rotto.
L’oggetto intatto tace, non ha voce
ma solo movimento. Qui invece
ha ceduto il congegno,
il gioco delle parti,
un pezzo si separa,
si annuncia.
Dentro qualcosa balla.”
Valerio Magrelli, “Amo i gesti imprecisi”, da “Nature e venature”
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Fausto Rampazzo, “Donna con sigaretta”
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Non mi pento di niente
di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;
donne garbate, laboriose, buone mogli,
come mia madre avrebbe voluto.
Non so perché ho trascorso
tutta la vita a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti di nascosto del marito,
del pudore della sua nudità
sotto la stirata e inamidata biancheria intima.
Queste donne, tuttavia, mi guardano
dal fondo dei loro specchi;
alzano un dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere “la brava bambina”,
essere la “donna decente”,
la Gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dal partito, dallo Stato, dagli amici,
dalla famiglia, dai figli
che popolano abbondantemente
In questa contraddizione inevitabile
tra quel che doveva essere
ho combattuto numerose battaglie mortali,
battaglie a morsi, loro contro di me
– loro contro di me che sono me stessa –
con la psiche dolorante, scarmigliata,
trasgredendo progetti ancestrali,
lacero le donne che vivono in me
che, fin dall’infanzia, mi guardano torvo
perché non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perché oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
che si innamora come una triste puttana
Perché, adulta, ho osato vivere l’infanzia proibita
e ho fatto l’amore sulle scrivanie nelle ore d’ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili
di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
sento le lacrime che premono,
nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me,
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili
contro questa donna fatta, piena,
che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere.”
Gioconda Belli, “Non mi pento di niente”
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Sei forte perché
“Sei forte perché sai cadere bene
Cadi e ti spacchi tutta
Ma i sogni no, non ti si rompono mai
A loro hai insegnato come atterrare sempre in piedi
Sei forte perché crolli
Ti spezzi
Ti frani
Ti sfumi
Ti pieghi
Ti consumi
Ma non molli mai la presa
Sei forte perché insegni agli attimi a cogliersi da sé
Insegni a riconoscere i momenti giusti e i momenti sbagliati
Insegni in un istante l’istante gli istanti da prendere
E quando il mondo non è divertente
Tu trovi sempre il modo per divertire il mondo
Sei forte perché quello che gli altri
Chiamano precipitare tu lo chiami volo
E quando il mondo ti casca addosso in mille pezzi
Tu in silenzio ricomponi tutto e riprendi a camminare
Piedi per terra
Testa fra le nuvole
Sei forte perché ti chiedi aiuto
Perché ti aiuto
E non ti volti mai le spalle al sole
E se lo fai è solo per dare una mano alla luna
Sei forte
Perché sai fare tutto benissimo da sola”
Gio Evan, “Sei forte perché”
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Immagine presa dal web
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L’imperfezione è la cima
“È vero che occorreva distruggere e distruggere e distruggere,
È vero che la salvezza era a quel prezzo.
Devastare il volto nudo che affiora nel marmo
Martellare ogni forma di bellezza.
Amare la perfezione in quanto soglia,
Ma conosciuta negarla, dimenticarla morta,
L’imperfezione è la cima.”
Yves Bonnefoy, “L’imperfezione è la cima”, 2005, da “Ieri deserto regnante” – Traduzione di Diana Grange Fiori
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Foto di Sonia Simbolo
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A me il mondo piace dove non è preciso
“A me il mondo piace dove non è
preciso. Le rose io le amo ma
preferisco quasi sempre le ortiche.
Sul treno, specie in collina, se scorgo
buchi nelle staccionate, scendo.
Ci sono a volte i vetri rotti e sbircio
nelle case. Mi ritrovo a vagare
tra panni stesi e i vuoti enormi
delle sedie. Mi convincono
che abbracciandoli, noi, come quei luoghi,
possiamo dire che la luce, così
stretta, ci ha trovato un posto nuovo.”
Agnese Fabbri, da “Le cose imprecise”, 2023
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Foto di Sonia Simbolo – Modella Rossana Perri