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La maschera
“Io non ti prego, o vuoto cranio umano,
che il gran nodo mi voglia distrigar.
Follie d ‘Amleto! Io sto co ‘l Lenau: è vano
de la vita la Morte interrogar.
A che avventarti questa malacia
che in van mi rode, in stolidi perché?
Non vo ‘ sapere a qual mai uom tu sia
appartenuto – ora, appartieni a me.
Tu nulla forse m ‘avresti insegnato
quando un cervel chiudevi ed un pensier;
ora m ‘insegni a ridere del fato,
e a vivere la vita – unico ver.
Vogliam noi oggi, amico teschio, un poco
rifarci de le noje aspre del dí?
Io ho pensato di prenderci gioco…
Amico teschio, indovina di chi?
De la luna, di lei… Non ti se ‘ accorto
ch ‘ella ti fa da un pezzo l ‘occhiolin?
Anch ‘ella è morta, come tu sei morto,
e vi potreste intendere un pochin.
Quando sorge dai monti e le gioconde
acque del Reno incande e le città,
co ‘l primo raggio suo ti circonfonde,
da la finestra, e a contemplarti sta.
Vogliamo la comedia de la vita
rappresentar stasera tutti e tre?
Io tu e la Luna (sarà presto uscita);
la miglior parte la riserbo a te.
Ho comprato una maschera di cera,
che un volto finge di donna gentil,
una parrucca che par chioma vera,
e velo nero d ‘ordito sottil.
Vedrai bel gioco! Scambio de la Luna,
temo di te non m ‘abbia a innamorar…
Tu sembrerai un ‘andalusa bruna
a le carezze del raggio lunar.
E allora dal mio tavolin vicino
un bel canto d ‘amore io comporrò;
e quindi a te, facendo un grave inchino,
al lume de la Luna il leggerò.
Tu certamente non me ‘l loderai,
e allora io ti dirò con molto ardor:
“Bella fanciulla, che lode non dài,
lodi io non voglio, ma voglio il tuo cor”
Né sí, né no. Ma in questo caso, è noto,
val sí il tacere; ed io cadrò al tuo piè,
e ti dirò… Tu ridi, o teschio vuoto
che sciocca vita! io rido al par di te.”
Luigi Pirandello
Gabriel Garcia Marquez
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Oskar Schlemmer, “L’astratto”, 1920
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Come un pupazzo di Schlemmer
Henri de Toulouse-Lautrec, “La donna clown”, 1896
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Il mare brucia le maschere
“Il mare brucia le maschere,
le incendia il fuoco del sale.
Uomini pieni di maschere
avvampano sul litorale.
Tu sola potrai resistere
nel rogo del Carnevale.
Tu sola che senza maschere
nascondi l’arte d’esistere.”
Giorgio Caproni, “Il mare brucia le maschere”, da “Cronistoria”
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Le maschere
“Maschere che ho buttato in un canto
ora per ora
per salvare il mio cuore
maschere che hanno lacrime dipinte
e un fiore sempre verde nel labbro
maschere che hanno fumato i miei limiti
che hanno tenuto in bocca le mie sigarette
o maschera gigante
che hai coperto il mio volto
per dieci lunghissimi anni
e che non hai mai riso
nessuno mi identificherà mai
in questo grande teatro che è la vita
perché anche se vengo a vederti
e piango nel mio cuore
ti porto una maschera di solarità.”
Alda Merini, “Le maschere”
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Felice Casorati, “Maschere”, 1921
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Un altro ballo
Qui non si vedono i fili
né la mano che tiene la matassa.
Ogni marionetta si muove con la sua musica,
e se la musica va da un’altra parte
anche la marionetta finirà per viaggiare.
Ricordo quei viaggi.
Ma adesso è un’altra festa,
il gioco postumo degli aquiloni.
Era d’agosto,
anche se la forbice non rispetta almanacchi
e non conta ottobre né luglio né vacanze.
Delle marionette marciscono sul pavimento.
Lo so dal notiziario.
Nel nostro caso, è di nuovo il vento a trascinarci.”
Carlos J. Aldazàbal, da “Camerata carioca“ (2016)
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“Per liberarsi non basta fuggire
bisogna insieme costruire
una terra senza padroni
né brutti né buoni.
Una terra felice ed onesta
dove nessuno ha i fili in testa.
Se questa terra ancora non c’è
la faremo io e te!”
Gianni Rodari, da “Marionette in libertà”
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Francisco Goya, “El palele” (“Il fantoccio), 192
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo