“Lei mi ha detto queste parole che non dimenticherò mai: «Tieni il tuo cuore aperto, sempre, anche se fa male, perché sei parte del disperato splendore della vita. Apri gli occhi, non tirarti mai indietro, guarda. Lo senti come batte forte? È un cuore rosso come quei papaveri e soffre perché la bellezza fa male. Resisti, respira, entra anche tu a far parte di questo immenso spettacolo».
«Lo vorrei tanto, nonna, ma come posso fare?»
«Trasformati con le stagioni, cambia foggia, colore e non temere: nessuno potrà sostituirti, nessuno potrà mai scalzarti dal ruolo. Sei unico, insostituibile, raro. Se tu non esistessi, anche noi non ci saremmo. Senza la tua particolare visione delle cose questo campo di fiori sparirebbe all’istante. Perché tu sei chi guarda il mondo e sei anche il mondo che hai guardato».
Mi ha sfiorato il viso con una carezza, poi ha stretto la mano a pugno per darmi forza e coraggio: «Sei tutti noi. Nessuno può sfrattarci dalle stelle».
Detto questo è scesa in salotto, allegra e spensierata, a salutare gli altri antenati della nostra famiglia.”
«Adesso che posso fare per salvarmi?»
«Tutto quello che potrei dirti ce l’hai già scritto nel cuore.»
«Nonna Luna, leggimelo tu, perché io ormai vedo solo buio.»
Si è avvicinata, ho dovuto chiudere gli occhi perché era piena di luce. Mi sono addormentato sentendo il suo alito che soffiava sulle palpebre come vento sardo. Sapeva di mirto e di mare. Le sue parole si sono scolpite nei miei sogni e grazie a lei sono finalmente mie.
«Contempla il dolore del mondo con tenerezza, ma lotta con determinazione contro l’ingiustizia. Sii riconoscente di far parte dell’universo. Non corrompere e non lasciarti corrompere. Ogni sforzo che ritieni inutile per migliorare la società fallo tre volte. Sii cavaliere dei tuoi fantasmi e danza con i tuoi peggiori incubi (ma soltanto su una grande musica). Dai piacere agli altri, soprattutto se sei infelice. Accarezza gli animali, le piante, i sassi come se fossero i tuoi bambini. Considera la mente un bel giardino e coltiva i tuoi pensieri come rose.»
Diego Cugia, da “Nessuno può sfrattarci dalle stelle”
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Nell’immagine: Opera di Igor Morski