Riflessioni

Ognuno ha la propria pandemia

05.01.2022

Che cos’è dunque la verità?” – si chiedeva Nietzsche. – “Le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come monete.

(Friedrich  Nietzsche, “Su verità e menzogna in senso extramorale”)

“Vale per i massimi sistemi, ma vale anche per i fatti di cui siamo testimoni oculari: “Non ci sono fatti, ma solo interpretazioni” – osservava Nietzsche.

Noi, testimoni oculari e  vittime del coronavirus, noi siamo i suoi interpreti.
Ma che lingua parla il coronavirus? Lo ignoriamo.
Presi alla sprovvista da questo evento di dimensioni epocali, non riusciamo a comprenderlo. E non parlo del Covid come virus, non mi riferisco a questioni mediche. Noi non riusciamo a capire cosa ci stia succedendo. Non abbiamo termini di confronto, categorie logiche, classificazioni, neppure metafore con cui impadronirsene per poterlo intrappolare e poi metabolizzare.
Vivere qualcosa di così apocalittico implica la necessità e l’urgenza di spiegarlo, di raccontarlo, di capire le conseguenze che ha su di noi e sul nostro mondo, di comprendere cosa sia cambiato e cosa sia rimasto lo stesso. Significa “trovare le parole per dirlo“, come scriveva Marie Cardinal.
E le parole sono fondamentali perché ci consentono di appropriarci del mondo delineandone i contorni, individuandone l’essenza.
Là dove mancano le parole, c’è l’incognita, il buio, la notte del pensiero. C’è l’angoscia.
Ne abbiamo la misura quando siamo schiacciati da un problema che non ha nome né perché, ma se ci troviamo a parlare con un amico tentando di comunicargli ciò che proviamo,  le parole cominciano piano piano a fluire, a tracciare confini, ad abbozzare schemi. Quasi senza che ce ne accorgiamo, arrivano le prime spiegazioni, subentra la chiarezza e, quasi per miracolo, il groppo alla gola comincia ad allentarsi.
Non abbiamo niente di tutto questo, ora. E perfino le persone che, anche nostro malgrado, siamo abituati a considerare i nostri punti di riferimento (filosofi, sociologi, psicologi, perfino virologi) sono confusi quanto noi.
Ognuno di noi ha percezioni diverse di questa pandemia, ognuno di noi la vive in modo diverso e azzarda spiegazioni che non riescono ad interfacciarsi con quelle degli altri.
Ognuno di noi ha la propria pandemia.”

Maddalena Vaiani

Lascia un commento