Pensieri

Nikola Tesla e i versi del Faust

10.01.2022

Nikola Tesla in una rara intervista afferma che i versi del Faust di Goethe sono stati per lui fonte di ispirazione per una sua invenzione.Nel 1880 Tesla si trasferì a Budapest dove dove fu assunto dall’Ufficio Centrale dei Telegrafi. Fu qui dove ebbe l’ispirazione che lo portò a sviluppare il motore a corrente alternata.

A quel tempo Tesla soffriva di disturbi che i medici definirono unici, inspiegabili e per i quali non esistevano cure. “Una mosca che si posava sul tavolo in una stanza causava un tonfo oscuro nel mio orecchio. Una carrozza che passava a una distanza di alcune miglia letteralmente scuoteva il mio corpo intero. Il fischio di una locomotiva venti o trenta miglia lontano faceva vibrare così fortemente la panca o la sedia su cui stavo che il dolore era insopportabile. La terra sotto i miei piedi tremava continuamente. Dovevo appoggiare il mio letto su cuscini di gomma per riuscire a dormire. I rumori ruggenti da vicino e lontano avevano spesso l’effetto di parole che mi avrebbero spaventato se non fossi stato in grado di scomporli nelle loro componenti. I raggi di sole, quando mi colpivano, mi causavano colpi di tale forza sul cervello da stordirmi. Dovevo richiamare tutta la mia forza di volontà per passare sotto un ponte o strutture simili, poiché provavo la sensazione di una pressione schiacciante sul cranio. Nell’oscurità avevo la sensibilità di un pipistrello e potevo rilevare la presenza di un oggetto a una distanza di dodici piedi da una particolare sensazione orripilante sulla fronte. Il battito del mio polso variava da pochi battiti a duecentosessanta battiti al minuto e tutti i tessuti del mio corpo erano soggetti a contorcimenti e tremiti, che erano forse i più difficili da sopportare. Per riprendermi da questi attacchi facevo delle lunghe passeggiate nel parco cittadino.

Un pomeriggio, che è sempre presente nei miei ricordi, il sole stava tramontando e riportò alla mia mente il glorioso passaggio di Goethe:

“Il giorno sta morendo; il sole se ne va,

e si affretta laggiù, a destare nuova vita.

Ah, nessuna ala mi solleva dal suolo,

perché possa protendermi per sempre ad inseguirlo!”

Non appena pronunciai queste parole ispiratrici l’idea venne come un lampo di luce e in un istante la verità mi si rivelò. Disegnai con un bastone sulla sabbia lo schema mostrato sei anni dopo nella conferenza tenuta presso l’American Institute of Electrical Engineers.

Tesla percepì un campo ruotante di energia e improvvisamente seppe che avrebbe potuto ricreare questo campo ruotante fornendo corrente agli avvolgimenti di un motore in differenti punti o fasi come ai pistoni di un motore. Le forze risultanti dell’attrazione e repulsione magnetica avrebbero conferito al rotore il movimento equivalente di una ruota e tutto questo sarebbe stato portato a compimento con la corrente alternata. Grazie a questa sua intuizione, il mondo ha fatto un salto che potremmo definire quantico. Ancora oggi usiamo la corrente alternata e il suo motore e molte altre invenzioni di Tesla.

Luciano Gianazza, “Nikola Tesla e i versi del Faust”, da “Nikola Tesla e Goethe”,

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