Linguaggi

Anima bella e sola…

18.01.2022

“Dentro di noi c’è qualcosa che non ha nome, quel qualcosa è ciò che siamo.”

José Saramago

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Ci sono anime che hanno

 

“Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini sfioriti
tra foglie del tempo,
casti cantucci
che conservano un antico
sussurro di nostalgia
e di sogni.

Altre anime hanno
spettri dolenti
di passioni. Frutta
con vermi. Echi
di una voce arsa
che viene di lontano
come una corrente
d’ombre. Ricordi
vuoti di pianto
e briciole di baci.”

Federico Garcia Lorca, da “Libro de poemas” – -Traduzione di Claudio Rendina

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Foto di Shreeharsha Kulkarni

 

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Dimmi, anima bella e sola

“Dimmi, anima bella e sola,
perché piangi e niente ti consola?
Forse una nuvola sottile,
fuggitiva, ti dà noia?
Forse la vita, la lunga corsa
senza pietà e dolcezza
verso la nota meta
ti ruba sorpresa e gioia?
Dimmi, perché del cielo desideri
la pioggia e alla notte dei tuoi occhi
strappi l’incantevole velo?
In quali placidi tormenti ti smarrisci,
ti ritrovi, vivi, sogni… e non lo senti?
Non è amore l’arma bianca
che scava e strappa il cuore
non è amore la mano che vuole averti
e non può toccarti.
Dimmi allora, anima bella e sola,
chi amarti mai potrà,
chi paura non avrà
della tua tristezza infinita,
chi come piuma,
al tuo sguardo immobile cadrà?
Ingrata fu la domanda
che cambiò la tua risposta
tutto ciò che sei
è il prezzo che ora ti costa.
Sei bella, anima mia,
nella tua barca solitaria
con abilità sapevi navigare,
prima di affogare nei sogni
– che ingenua, lo ignorai! –
di quel sollievo vano, che nessuno
ha visto mai.”

Mirela Stillitano, da “L’amore immaginato, cantato alla luna” 

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Auguste Leveque (1866 – 1921), “Donna che fuma”

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Anima

 

“Anima
ti sembran tempi per parlar dell’anima?
Non ci sono più diavoli,
che la richiedono
preferiscono i titoli
è fuori moda l’anima.

Anima
se ti duole l’anima
non servono antibiotici
i medici si arrendono
non ci sono meccanici
non si ripara l’anima.

E ci sono paesi
di poche anime
e ci sono città
di milioni di anime
ma non si vedono
si vede solo il traffico
e le file ai semafori
è solitaria l’anima.

Anima
io l’ho vista una volta la mia anima
mi era uscita di bocca
come il fumo di un sigaro
mi ha chiesto se ero
stanco di vivere
ho detto: sì
ma vorrei insistere
e con un gemito
tornò al posto solito
è paziente l’anima.

Anima
ci sono belle anime
in corpi ridicoli
e fotomodelle
con anime orribili
e fanghiglia d’anima
dentro molti politici
è nascosta l’anima.

E ci sono villaggi
di poche anime
e ci sono paesi
di milioni di anime
e quando muoiono
e in cielo salgono
è un grande spettacolo
un ingorgo cosmico
e i giornali commentano
centomila vittime
ma erano anime inutili
di lontani popoli
mesopotamici
e si piange un attimo
poi ci si lava l’anima
e si dimentica.”

 

Stefano Benni, “Anima”

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Esempi

 

“Anima, sii come il pino:
che tutto l’inverno distende
nella bianca aria vuota
le sue braccia fiorenti
e non cede, non cede,
nemmeno se il vento,
recandogli da tutti i boschi
il suono di tutte le foglie cadute,
gli sussurra parole d’abbandono;
nemmeno se la neve,
gravandolo con tutto il peso
del suo freddo candore,
immolla le fronde e le trae
violentemente
verso il nero suolo.

Anima, sii come il pino:
e poi arriverà la primavera
e tu la sentirai venire da lontano,
col gemito di tutti i rami nudi
che soffriranno, per rinverdire.
Ma nei tuoi rami vivi
la divina primavera avrà la voce
di tutti i più canori uccelli
ed ai tuoi piedi fiorirà di primule
e di giacinti azzurri
la zolla a cui t’aggrappi
nei giorni della pace
come nei giorni del pianto.

Anima, sii come la montagna:
che quando tutta la valle
è un grande lago di viola
e i tocchi delle campane vi affiorano
come bianche ninfee di suono,
lei sola, in alto, si tende
ad un muto colloquio col sole.
La fascia l’ombra
sempre più da presso
e pare, intorno alla nivea fronte,
una capigliatura greve
che la rovesci,
che la trattenga
dal balzare aerea
verso il suo amore.
Ma l’amore del sole
appassionatamente la cinge
d’uno splendore supremo,
appassionatamente bacia
con i suoi raggi le nubi
che salgono da lei.
Salgono libere, lente
svincolate dall’ombra,
sovrane
al di là d’ogni tenebra,
come pensieri dell’anima eterna
verso l’eterna luce.”

Antonia Pozzi, “Esempi”

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Devota come un ramo
“Devota come un ramo
curvato da molte nevi
allegra come falò
per colline d’oblio,
su acutissime lamine
in bianca maglia di ortiche,
ti insegnerò, mia anima,
questo passo d’addio…”
Cristina Campo, “Devota come un ramo”, da “Passo d’addio”,1956

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       Dipinto di David Renshaw 

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Le anime antiche non hanno età

“Le anime antiche non hanno età.
Sono creature che vagano nel tempo,
giocando sulla spiaggia della vita.
Sono dolci, ma sanno accogliere la forza, danzano con la mente,
attraversano e superano le mode del mondo,
vanno oltre il cuore, ma riempiono i vuoti,
perché sentono senza parlare.
Hanno occhi che ti leggono l’anima,
incontrarle significa conoscerle da sempre, accoglierle.
Quando gli uomini le attraversano
vedono se stessi nei loro occhi
e finalmente si conoscono.
Portano con sé un profumo
che sembra incredibilmente familiare
e da loro rimani, anche quando ti allontani.
Hanno il dono dell’intuizione
e di una empatia quasi naturale,
sono consapevoli della memoria del cuore.
Sanno riflettere, specchiarsi nell’anima, fondersi.
Ti convinceranno presto che il caso non esiste,
che la tua vita è un predestinato avvicendarsi
di persone e luoghi che ti aspettano da sempre.
Le loro esperienze sono sogni, incanti, lucide visioni,
ognuna è nel contempo molte.
Viverle non è facile.
Se le vuoi conquistare devi lasciarti prendere,
se le vuoi vedere devi saper guardare,
se le vuoi trovare devi saperti perdere.
E ti troverai.”
Agostino Degas, da “Gli infiniti adesso dell’anima”

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Quando hai visto una nuvola

“Quando hai visto una nuvola
nel grembo di un lago;
e la luna
tra le ninfee;
sei inevitabilmente in balia
della tua stessa anima.”

Eeva Kilpi

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Tu

“Tu, che chiamiamo anima. Tu profuga,
reietta, indesiderabile. Tu transfuga
dal soffio dell’origine.
Non ti spetta razione né coperta
né foglio di reimbarco.
Per registri e frontiere:
non esisti.
Ma in sere come queste, di cangianti
vaticinii fra i monti,
ad ogni varco
può apparire improvvisa la tua faccia
d’eremita o brigante.
«Fronda smossa,
pietra caduta» trasale in sé il passante
che la tua ombra assilla
di crinale in crinale,
mentre corri ridendo nell’occhiata
del cielo, che ti nomina e sigilla.”

Fernanda Romagnoli, “Tu”

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Se l’anima perde il suo dono

 

“Se l’anima perde il suo dono allora perde terreno, se l’inferno
è una cosa certa, allora l’Abissinia della mia anima rinasce.
Se l’alba decide di morire, allora il fiume delle nostre
lacrime si allarga, e la voce di Dio rimane contemplata.
Se l’anima è la ritrosia dei sensi, allora l’amore è una
scienza che cade al primo venuto. Se l’anima vende il suo
bagaglio allora l’inchiostro è un paradiso. Se l’anima
scende dal suo gradino, la terra muore.

Io contemplo gli uccelli che cantano ma la mia anima è
triste come il soldato in guerra.”

 

Amelia Rosselli, da “Variazioni Belliche”, 1960-1961

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L’anima

 

“Io non avevo mai capito
da dove l’anima viene tra gli spini
ma l’anima è piccola, fatta d’aria,
passa tra gli spini e non si graffia”
Umberto Piersanti, “L’anima”, da “I luoghi persi”
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Mi do ad ogni cosa. Amo, soffro, lotto
“Mi do ad ogni cosa. Amo, soffro, lotto.
L’universo mi sembra più ampio della mente,
il mio cuore un mistero oscuro e onnipotente.
Se puoi, Anima, sollevati sopra le onde mugghianti
e afferra tutto il mare
con una sola giravolta del tuo occhio.
Trattieni bene il tuo senno, che non vacilli.
E tutto d’un colpo torna a inabissarti nel mare e prosegui la lotta.
Il nostro corpo è una nave e naviga sopra acque
color blu scuro.
Qual è il nostro scopo? Far naufragio!”
Nikos Kazantzakis, da “Ascetica o i salvatori di Dio”
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Anima fragile

“A te che ogni giorno
vivi la meraviglia,
che non sfuggi
all’incanto
della luce mutevole sui volti,
dell’ombra che si allunga negli sguardi.

A te
che in ogni istante cogli
il miracolo della vita,
in un battito del cuore
o in un respiro immobile.

A te che ascolti
il suono sacro
del cammino
dell’uomo sui sentieri
stellati del cosmo.

A te
che farai di ogni momento
un dono di gioia
o di dolore
e quel momento
sarà per te
l’eternità.

A te che ferirai
e più spesso sarai ferita,
ma farai della sofferenza
una qualità della tua anima
e splenderai un po’ di più
custodendo il tuo dolore
nel silenzio
quando intorno,
dall’orizzonte immenso,
calerà la notte.

A te.”

Diana Renon, “Anima fragile”

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  Georgia O’Keeffe, “Abstraction White Rose”, 1927 

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L’anima mia che ha tristezze d’aurora

“L’anima mia che ha tristezze d’aurora
e di tramonto, e il gusto della morte,
non più tenuta viva da illusioni
piange sommessa al clamoroso mare
come un fanciullo triste, abbandonato
senza difesa a tutti i suoi terrori.
Ma quando il sole un riso di rubini
mi semina tra i solchi della fronte,
spiegano i sogni un volo di gabbiani!
Persa in un mondo di gocce d’azzurro
e di freschezza verde, annego in questo
mare più dolce dell’oblio l’angoscia
cupa degli anni tardi, in cui presento,
rammaricando, che il mio tempo è morto.”
Giovanna Bemporad
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Come ti amo, anima vecchia.
“Come ti amo, anima vecchia.
Anche se a volte mi parli con la voce dell’autunno
mi sfiori con le mani piene di vento
mi osservi con negli occhi un velluto di paure
io non posso fare a meno di te.
Sono convinta che tu non sappia, come io so
pesare il cuore di un passero
ascoltare l’invisibile musica delle foglie
vedere oltre ciò che la gente crede giusto
Non sai capire la danza delle piogge
e non hai mai conosciuto il terrore della solitudine
Non hai ascoltato, nel cuore della notte
lo scricchiolio di un corpo che t’abbandona
e non ti sei seduto a tavola con il dolore
Hai costruito mura più alte di quelle altrui
per proteggerti dalle frecce del disagio
ed hai cantato a voce alta
per non sentire il tremendo rumore del silenzio
Ti sei fermato su bocche di fuoco fatuo
credendo di fuggire dal tuo inverno.
Ti sei illuso ed ingannato
come chi si guarda in uno stagno e si crede d’argento
come chi vuole volare ma teme un respiro
Come ti amo, anima vecchia.
Nonostante tu non riesca ad accogliermi libero
nonostante tu dia la colpa al Signore del Tempo
e non veda la mia mano tesa, la mia carne di pace
E ti nasconda dietro pensieri ed affanni
che inventi per te solo,
nelle notti di vento.
Mi ascolterai, mi guarderai?
Qualunque cosa tu possa decidere
o distruggere
Io, nel rosseggiare dei tramonti
non smetto di aspettarti.”
Carolina Turroni
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La terza anima
“Mi sono sciolto nel mondo
E la mia voce si sente dal fondo della gola di tutti gli esseri umani
Il mare non reclama più
Il mare sono i nostri corpi profumati
E il mondo è la creatività di un filo invisibile
Tutti i fenomeni che il cuore cuce insieme
Senza una goccia di sangue che arrossi il cielo”
Elham Hamedi, “La terza anima”
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Ultima preghiera
“Anima mia, fa’ in fretta.
Ti presto la bicicletta,
ma corri. E con la gente
(ti prego, sii prudente)
non ti fermare a parlare
smettendo di pedalare.
Arriverai a Livorno,
vedrai, prima di giorno.
Non ci sarà nessuno
ancora, ma uno
per uno guarda chi esce
da ogni portone, e aspetta
(mentre odora di pesce
e di notte il selciato)
la figurina netta,
nel buio, volta al mercato.
Io so che non potrai tardare
oltre quel primo albeggiare.
Pedala, vola. E bada
(un nulla potrebbe bastare)
di non lasciarti sviare
da un’ altra, sulla stessa strada.
Livorno, come aggiorna,
col vento una torma
popola di ragazze
aperte come le sue piazze.
Ragazze grandi e vive,
ma, attenta!, così sensitive
di reni (ragazze che hanno,
si dice, una dolcezza
tale nel petto, e tale
energia nella stretta)
che, se dovessi arrivare
col bianco vento che fanno,
so bene che andrebbe a finire
che ti lasceresti rapire.
Mia anima, non aspettare,
no, il loro apparire.
Faresti così fallire
con dolore il mio piano,
ed io un’altra volta Annina,
di tutte la più mattutina,
vedrei anche a te sfuggita,
ahimè, come già alla vita.
Ricordati perché ti mando;
altro non ti raccomando.
Ricordati che ti dovrà apparire
prima di giorno, e spia
(giacché, non so più come,
ho scordato il portone)
da un capo all’ altro la via,
da Cors’ Amedeo al Cisternone.
Porterà uno scialletto
nero, e una gonna verde.
Terrà stretto sul petto
il borsellino, e d’ erbe
già sapendo e di mare
rinfrescato il mattino,
non ti potrai sbagliare
vedendola attraversare.
Seguila prudentemente,
allora, e con la mente
all’ erta. E, circospetta,
buttata la sigaretta,
accostati a lei soltanto,
anima, quando il mio pianto
sentirai, che di piombo
è diventato in fondo
al mio cuore lontano.
Anche se io, così vecchio,
non potrò darti mano,
tu mormorale all’ orecchio
(più lieve del mio sospiro,
messole un braccio in giro
alla vita) in un soffio
ciò ch’io e il mio rimorso,
pur parlassimo piano,
non le potremmo dire
senza vederla arrossire.
Dille che ti ha mandato:
suo figlio, il suo fidanzato.
D’altro non ti richiedo.
Poi va’ pure in congedo.”
Giorgio Caproni, “Ultima preghiera”, da “Il seme del piangere”, 1967

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Nell’immagine: Maria Amaral, “Anima”

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