Riflessioni

E poi si avvicina…

05.02.2022

Non è più solo notizia, decreto, obbligo, divieto, numero
Non è più soltanto un altrove più o meno distante da te
È qui.
È la sirena dell’ambulanza nella strada in cui abiti
È qui.
Bussa alla porta del vicino
Diventa racconto
“Hai presente quel signore che…?” “Hanno portato via quella signora tanto simpatica…”
Ora ha due occhi, un naso, una bocca: facce ancora un po’ anonime, più o meno abbozzate, come quelle che disegnano i bambini per la prima volta alle prese con i pastelli.
Facce tonde, grosse, lunghe, magre, ma ancora senza lineamenti, ancora prive di espressione, come quelle dei manichini
È qui. Si avvicina ancora un po’
È il marito della tua amica
La madre del tuo vicino di casa
Il compagno di classe di tuo figlio
E comincia il conto alla rovescia
No, non per fare, per partire, per dare il via
Comincia il conto alla rovescia per capire quanto si sia avvicinato a te, quando, come, a che distanza…
È qui.
Comincia la conta: sono stato a contatto con lui o con lei dieci giorni fa o forse meno o forse più
Il tempo diventa distanza dal contatto
Lo spazio diventa misura del contatto
Il rapporto, l’incontro, lo stare insieme, il vedersi, il vicino, il compagno di scuola, il collega, l’amico, l’amante sono semplicemente “il contatto”
E hanno perso quel volto amico che ora è diventato il nemico da cui guardarsi
È qui.
Continua il balletto della precarietà: ce la faremo, troveranno il vaccino, hanno capito, hanno scoperto…
Ma ora sai che la tua vita è solo in prestito e che forse la dovrai presto restituire
È qui.
Ora lo puoi vedere bene
È entrato in casa
E tu sei l’ospite costretto ad accogliere l’invasore
Niente è più tuo
Ogni parete è un confine invalicabile
In ogni stanza ti aspetta in agguato, acquattato negli angoli
Ogni oggetto familiare è un’arma tagliente
È qui a casa tua
E tu sei ostaggio dell’invisibile.

Maddalena Vaiani

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Foto Keblog

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