“Battere le ali contro la tempesta avendo fede che dietro questo tumulto splenda il sole”
Virginia Woolf
******
La quiete dopo la tempesta
“Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L’artigiano a mirar l’umido cielo,
Con l’opra in man, cantando,
Fassi in su l’uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell’acqua
Della novella piova;
E l’erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand’è, com’or, la vita?
Quando con tanto amore
L’uomo a’ suoi studi intende?
O torna all’opre? o cosa nova imprende?
Quando de’ mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d’affanno;
Gioia vana, ch’è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E’ diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d’affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D’alcun dolor: beata
Se te d’ogni dolor morte risana.”
Giacomo Leopardi, “La quiete dopo la tempesta”, da “Canti”, 1831
*****
William Turner, “Tempesta di neve. Battello a vapore al largo di Harbour’s Mouth”,1842
*****
Quando la tempesta sarà passata
“Quando la tempesta sarà passata
e le strade saranno spianate
e sapremo di essere sopravvissuti
a un naufragio collettivo,
con il cuore in lacrime
e il destino benedetto
ci sentiremo felici
solo per essere vivi.
E daremo un abbraccio
al primo sconosciuto
e loderemo la fortuna
di ritrovare l’amico.
E poi ricorderemo
tutto ciò che abbiamo perso
e subito impareremo
tutto ciò che non abbiamo imparato.
Non saremo più invidiosi
perché tutti avranno sofferto,
non avremo più pigrizia,
saremo più compassionevoli.
Ciò che appartiene a tutti
varrà molto di più
di ciò che appartiene a uno solo,
saremo più generosi
e molto altro ancora.
Capiremo il fragile,
cosa significa essere vivi,
avremo empatia per chi c’è
e per chi è andato.
Ci mancherà il vecchio
che ci ha chiesto un soldo al mercato,
il vecchio che non conoscevamo
ed era sempre al nostro fianco.
E forse il povero vecchio
era il nostro dio travestito
al quale non abbiamo mai chiesto il nome perché eravamo di fretta.
E tutto sarà un miracolo
e tutto sarà una nuova eredità
e la vita sarà rispettata,
la vita che ci siamo guadagnati.
Quando la tempesta sarà passata
chiederò a Dio, rattristato,
di restituirci meglio
di come ci aveva sognato.”
Alexis Valdes, “Quando la tempesta sarà passata”
*****
Brezza marina
“L’uragano tranquillo colpisce l’invisibile.
(Così affligge la morte, come aria,
dolcissimo galoppo verso il nulla?)”
Carlos J. Aldazábal, “Brezza marina”
*****
William Turner, “The Shipwreck”, 1805
*****