Linguaggi

Manifesto della poesia di strada

13.02.2022

ESSERE

È per amore che oggi veniamo allo scoperto.
Da sempre la nostra specie è tra voi.
Nella lingua italiana con la quale oggi parliamo a voi liberamente,
noi siamo i poeti.
Sono nostre tutte le espressioni veramente artistiche
che da sempre vi hanno innamorato,
come vostre tutte le meravigliose opere dell’ingegno e della santa fatica
che ci hanno permesso di vivere in armonia con voi.
Non tutti i poeti sanno di appartenere ad una specie diversa,
ma si riconoscono tra di loro.
Non è possibile la realizzazione di alcuna forma veramente artistica
da parte di nessuno che non da un poeta.
L’unica vera Arte è poetica perché fatta dal poeta.
È impossibile l’insegnamento artistico perché il poeta nasce poeta.
È possibile solo lo sviluppo della disciplina poetica da poeta a poeta.
Gli infiltrati vanno allontanati.
L’unico servizio possibile che una struttura atta
all’insegnamento artistico può dare al poeta e quindi all’unica vera Arte,
la poesia, è non fargli fare assolutamente nulla e tenerlo
il più lontano possibile da qualsiasi pratica altra.
Il poeta ha il coraggio di non fare nulla.
Il poeta non facendo nulla non soffre di nessun tipo di rimorso,
perché altra è la sua natura e alto è il suo contributo.
Il poeta non fa distinzione tra le ridicole categorie quali:
sesso, luogo di provenienza, colore della pelle,
credo religioso o politico, ceto sociale.
Il poeta è ovunque, sotto qualsiasi forma.
Il poeta riconosce la poesia di un altro poeta in qualsiasi
forma espressiva e per questo, riconoscerà questo manifesto
come scritto da un membro della sua specie,
o prenderà coscienza di se stesso,
liberandosi così dalla schiavitù di una natura altra.

Chi non è, non è.

I poeti di strada

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