Gentilissimo Signor Dottore,
questa lettera gli scrivo a lui Antonio per dirgli che sono assai stanca di stare qui nell’Ospedale di psichiatrico perché invece di stare meglio sto peggio perché quando sono calma mi fanno agitare facendo credere che vada a casa invece rimango di più, perché voi avete fatto le carte di entrata, e adesso non di uscita per incontrare il matrimonio verso la felicità con un giovanotto con gli occhi blu e capelli castagni di nome Savic amico di Matteo.
Si o no voglio la risposta hai compreso.
La domenica signor Antonio che cosa fai telefono forse a Claudio ossia Andrea sempre medesimo nome di farmi morire oppure di portare al cimitero ben viva e sepelirmi così davanti agli occhi di Savic perchè non ha sofferto abbastanza.
È così duro far capire al Dottore la mia vera vita leggi (il libro dei piccoli martiri)
Antonio caro mi raccomando se vai in chiesa di pregare Iddio di uscire più presto possibile di questo maledetto manicomio hai capito, portare fuori di qua lui Dottore Antonio e Savic Tre e basta.
Presto possibile altrimenti mi ne vado fuori da me sola, perché non vado a dormire nelle pensionante come una povera orfanella, e dispresiata infermiera, perché manca lui e c’è troppa gelosia.
Parti subito di improviso trovati qui a alle ore quattro in casa di dottor Claudio prima di lunedì. Parti subito presto che voglio usci di qua, sono stanca.
Ricordo il regalo di 14 Settembre e non 18.
L’inferno è rosso il manicomio è giallo come Francia e Parigi, non fa le orecchie di mercante benché c’è la guerra di Tommaso, voi oppure Tommaso verrà a tirarmi fuori di qua.
Finito. Tutte le domeniche avrai una lettera da me affinchè abbia la risposta.
Saluti e baci.
Annalisa, 1939
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