Tacete, o maschi
“Tacete, o maschj, a dir, che la Natura
A far il maschio solamente intenda,
E per formar la femmina non prenda,
Se non contra sua voglia alcuna cura.
Qual’ invidia per tal, qual nube oscura
Fa, che la mente vostra non comprenda,
Com’ ella in farle ogni sua forza spenda,
Onde la gloria lor la vostra oscura?
Sanno le donne maneggiar le spade,
Sanno regger gl’ Imperj, e sanno ancora
Trovar il cammin dritto in Elicona.
In ogni cosa il valor vostro cade,
Uomini, appresso loro. Uomo non fora
Mai per torne di man pregio, o corona.”
Leonora della Genga
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Lettera a Leonora
“Cara Leonora,
ecco, ti scrivo 600 anni dopo.
Ti sento vicina.
Il grande sacrificio dell’energia femminile
di questo femminile dell’umano
non è terminato e nella più parte del pianeta
procede – come e peggio di allora.
Questo sacrificio lungo, non ben compreso ancora,
ha sbilanciato la specie. In più parti
i peggiori sono al comando. Non c’è concordanza,
armonia, grazia, gentilezza non c’è,
non c’è intesa con l’altro da sé, l’aver cura,
comprensione, pazienza, compassione,
accoglienza non c’è, tutte virtù mancanti.
E intorno natura a volte rispecchia e rilancia la stessa
mancanza, come specchio di noi, con inimicizia
di acque e venti sgarbatissimi e sommovimenti frananti.”
Mariangela Gualtieri
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2020
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Immagine: Giovannino de’ Grassi, “Concerto di Dame” dal “Taccuino di disegni detto di Giovannino de’ Grassi”, 1370 ca.