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Viva la rivoluzione!

06.03.2022
“Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.”
Antonio Gramsci, su “L’Ordine Nuovo”, 1922
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Chi si spaventa quando sente dire “rivoluzione”
“Chi si spaventa quando sente dire
“rivoluzione”
forse non ha capito.
Non è rivoluzione
tirare una sassata in testa a uno sbirro,
sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte in catasto
per andare da stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti.
Quando ci si agita per giungere
al potere e non si arriva
non è rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.
Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.
Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente sapienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio,
ogni mafia.”
Danilo Dolci, da “Poema umano”
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Lettera ai ribelli che verranno”

“Salutate l’ardore
il braccio che vola,
il vento, la passione.
Disobbedite
alla vita e alla morte,
a voi stessi e agli altri,
Sia febbrile la vostra giornata,
non sia mai opportunista,
sia chiara nell’impeto,
bella e nervosa come una mattina d’aprile.
Io aspetto il vostro aprile,
siate pieni di ebbrezza e di furore,
date gloria al mondo che c’è fuori.
Non vi servono nascondigli
ma comunità dove trovarvi.
Portate il mondo
sul palmo della mano,
andate sull’orlo,
dietro le montagne,
su una spiaggia rovinata,
Nessuno può fermare
il vostro incendio,
perché lo fermate voi,
perché siete in silenzio?”

Franco Arminio, “Lettera ai ribelli che verranno”,  da “Resteranno i canti”

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Essere rivoluzionari

 

“Oggi essere rivoluzionari
significa togliere più che aggiungere,
rallentare più che accelerare,
significa dare valore
al silenzio,
alla luce,
alla fragilità,
alla dolcezza…”
Franco Arminio, “Essere rivoluzionari”
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Io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada
“Io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada
la mia lotta è la mia arma, la mia determinazione è il mio amico
io combatto nelle notti e con gli occhi della speranza
io decido dove si trova la vera mattina
io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada
Io sono il popolo. La mia mano accende la vita
rende verdi i deserti, abbatte i tiranni
innalza la verità, le bandiere sui fucili
la mia storia diventa il mio faro e compagno
io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada
Per quante carceri possano costruire
per quanto i loro cani possano cercare di tradire
il mio giorno spezzerà e il mio fuoco distruggerà
mari di cani e di carceri saranno spazzati via
Io sono il popolo e il sole è una rosa sulla mia manica
il fuoco del giorno cavalli al galoppo nel mio sangue
i miei figli sconfiggeranno ogni oppressore
chi potrà fermarmi?
Io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada”
Ahmed Fouad Negm
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Alla bandiera rossa
“Per chi conosce solo il tuo colore,
bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui
esista:
chi era coperto di croste è coperto di
piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese
africano,
l’analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore,
bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi
sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e
operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti
sventoli.
Pier Paolo Pasolini, “Alla bandiera rossa”, da “La religione del mio tempo”
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Chi si spaventa quando sente dire rivoluzione
“Chi si spaventa quando sente dire
rivoluzione
forse non ha capito.
Non è rivoluzione
tirare una sassata in testa a uno sbirro,
sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte in catasto
per andare da stupidi in galera
riforzando il nemico di pretesti.
Quando ci si agita per giungere
al potere e non si arriva
non è rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.
Rivoluzione è distinguere il buono
già vivente, sapendolo godere
sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.
Rivoluzione è curare il curabile
profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile.
Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente sapienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini: ostie sì,
quando necessita, sfruttati no,
i dispersi atomi umani divengano
nuovi organismi e lottino nettando
via ogni marcio, ogni mafia”
Danilo Dolci, da “Poema umano”, 1974
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Canto del rivoluzionario
“Gli ho mostrato il ruscello
gli ho detto va’
lì dove puoi
prendi con te questo addio
infilalo in borsa
ricorda me
non la mia immagine
non t’inganni il vento del nord
è delirio e ci illude facilmente
se hai raggiunto un luogo rischiarato
apri la borsa e guarda: addio
ricorda me
non la mia immagine
tante volte le impronte lontane svaniscono
poi lentamente tornano a te
quando le stelle si spengono
nell’istante in cui il fiume s’arresta
quando qualcuno chiede di me
apri la borsa e mostra: addio
racconta loro di me
non della mia immagine
se in queste vaste terre un giorno
il sangue che scorre dai polsi si sarà fermato
le lacrime si saranno cancellate
i tiranni saranno caduti
guarda per l’ultima volta la mia immagine
e bruciala: addio
le vie che non abbiamo potuto percorrere insieme
abbandonale al vento”
Tuğrul Tanyol (poeta turco), da “Una strada non percorsa”, 2021
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Io penso, quando divento allegro
“Io penso, quando divento allegro
Come un semplice scolaro,
Al canarino
giallo, –
Che ha l’occhio così nero!
Io voglio, quando morirò,
Senza
patria, però senza padrone,
Avere sulla mia lapide un ramo
Di fiori, – e
una bandiera!”
José Julián Martí Pérez (1853-1895) scrittore e rivoluzionario cubano
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Eugene Delacroix, “La libertà che guida il popolo”, 1830

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