le scrivo due parole
che legger può, se vuole
e se un minuto avrà.
Ho ricevuto qua
anch’io la cartolina
perché da domattina
la guerra vado a far.
Monsieur le Presidént,
io non ci voglio andare!
Non è per ammazzare
che al mondo, noi, si sta.
E non si arrabbi, no,
se Le dirò papale
che non so far del male
e che diserterò.
Da che son nato qui,
papà ho visto morire,
i miei fratel partire
e il mio figliuol soffrir.
Uccisa dal dolor,
mia madre è nella tomba
e nessun verme o bomba
più impressionarla può.
Mentr’ero prigionier,
la donna m’han rubato;
il cuore m’han strappato
dal petto tutto inter.
Doman, di buon mattin,
così uscirò dal guscio
e dato un calcio all’uscio,
mi metterò in cammin.
Di strada in strada andrò
il pane a mendicare,
e da Parigi al mare,
dovunque, griderò:
Disobbedite, alt!
Nessuno ha da partire,
nessun deve morire
e andar la guerra a far!
Se sangue occorrerà,
il Suo vada a versare!
Lei è un uom che ci sa fare,
Monsieur le Presidént!
E se con me ce l’ha,
avverta i suoi gendarmi,
che io sono senz’armi
e mi si può sparar.”
Boris Vian, “Il disertore”, canzone composta nel 1954 con Harold Berg – Traduzione di Giorgio Caproni
(Boris Vian scrive questa canzone nel 1954, nel momento in cui la Francia è impegnata nella guerra d’Indocina e nel conflitto con l’Algeria)