Linguaggi

Ode al pane

29.03.2022

“Ci sono persone nel mondo che hanno così tanta fame, che Dio non può apparire loro se non in forma di pane.”
Mahatma Gandhi

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Il pane

 

“Pane,
con farina,
acqua
e fuoco
t’innalzi.
Spesso e lieve,
ripiegato e tondo,
riproduci
il ventre
della madre,
equinoziale
germinazione
terrestre.

Pane,
come sei facile
e profondo:
nel bianco vassoio
della panetteria
si allungano le tue fila
come utensili, piatti
o fogli,
e d’improvviso,
l’onda
della vita,
congiunzione del germe
e del fuoco,
cresci, cresci
d’improvviso
come i fianchi, la bocca, i seni,
le colline della terra,
vite,
sale il calore, t’inonda
la pienezza, il vento
della fecondità,
e allora resta fissato l’oro del tuo colore,
e quando rimasero pregni
i tuoi piccoli ventri,
la scura cicatrice
lasciò la sua bruciatura
in tutto il tuo dorato
sistema di emisferi.
Adesso,
intatto,
sei
azione d’uomo
miracolo reiterato,
volontà della vita.

Oh pane d’ogni bocca,
non
t’imploreremo,
noi uomini
non siamo mendicanti
di vaghe divinità
o angeli oscuri:
del mare e della terra
faremo pane,
semineremo frumento
sulla terra e sui pianeti,
il pane d’ogni bocca,
di ogni uomo,
in ogni giorno,
arriverà perché andammo
a seminarlo
ed a produrlo,
non per un uomo soltanto ma
per tutti,
il pane, il pane
per tutti i popoli
e con esso ciò che ha
forma e sapore di pane
distribuiremo:
la terra,
la bellezza,
l’amore,
tutto ciò
ha sapore di pane,
forma di pane,
germinazione di farina,
tutto
nacque per essere condiviso,
per essere donato,
per moltiplicarsi.

Per questo, pane,
se fuggi
dalla casa dell’uomo,
se ti nascondono,
ti negano,
se l’avaro
ti prostituisce,
se il ricco
fa bottino di te,
se il frumento
non cerca il solco e la terra,
pane,
non pregheremo,
pane,
non mendicheremo,
lotteremo per te con altri uomini
con tutti gli affamati,
per ogni fiume ed aria
andremo a cercarti,
tutta la terra divideremo
perché tu possa germinare,
e con noi
andrà avanti la terra:
l’acqua, il fuoco, l’uomo
lotteranno con noi.

Andremo avanti incoronati
di spighe,
conquistando
terra e pane per tutti,
e allora
anche la vita
avrà la forma del pane,
sarà semplice e profonda,
innumerevole e pura.

Tutti gli esseri
avranno diritto
alla terra e alla vita,
e così sarà il pane di domani
il pane d’ogni bocca
sacro,
consacrato,
perché sarà il prodotto
della più lunga e dura
lotta umana.

Non possiede ali
la vittoria terrestre:
ha pane sulle spalle,
e vola possente
liberando la terra
come una panetteria
portata in giro nel vento”

Pablo Neruda, “Il pane”, da “odi elementari”

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Molto nel pane dell’Uomo trova dimora

 

“Molto nel pane dell’Uomo trova dimora.
La carne e il sangue,
il mistico volere,
le mani e l’impastare,
che fanno la sacralità,
del gesto secolare
che spande le radici
in un’antichità ancestrale.
L’ intento umano di imitare,
platonico e divino nel contempo,
nel gesto del creare.
Quel muoversi frenetico
di dita e di farina
che danno un canto al pane,
un’armonia leggera e cristallina.
Coraggio tutti quanti
in piedi che è mattina.

Fausto Celeghin

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Immagine presa dal web

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S’io facessi il fornaio

“S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.

Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.

Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chilì
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.

Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia!”

Gianni Rodari, “Il pane”

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A tavola

“Mi sono seduto anche a tavole sontuose
dove i bicchieri vanno secondo i vini
e uomini di molto più eleganti
s’aggirano a servire le pietanze.
Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo della scodella
con il pane e le dita arruginite
mensa di panche basse a mezzogiorno
di fiati vergognosi di appetito.
Non bisbiglio di commensali a commentare il pasto
ma di gole indurite che inghiottiscono
per rimettere forza di lavoro
e non portano eretti alla bocca la posata
ma si calano sopra, adedentano a mezz’aria
per nascondere il magro del boccone
il quasi niente avanzo della sera.
E di cibo non parlano per il timore di nominarlo invano.”
Erri de Luca, “A tavola”, da “Solo andata: righe che vanno troppo spesso a capo”, 2005
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Cerco la via
“Cerco la via
per scovare il nascondiglio dell’ultimo mago,
che ha dimenticato di morire,
ma non ha dimenticato il mistero del pane.
Non del pane che si vende oggi.
Né di quello di ieri, che si getta via.
Ho bisogno del mistero del pane di domani.
Il pane che si bacia.
Il pane che prende per mano i bambini
e li riporta a casa.”
Ljubomir Levčev (poeta bulgaro)
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Foto presa dal web

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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo

 

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