Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.”
Cesare Pavese, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1951
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Verrà la morte e avrà i tuoi giga
“Verrà la morte
E avrà i tuoi giga
E tutti i minuti illimitati
E migliaia di messaggi
Mai utilizzati
Per un saluto a tua madre
Per dire grazie
Per l’ultima volta a tuo padre
Per far sentire la tua voce
Il suono della parola
La melodia della frase
Di un pensiero il tono
Verrà la morte
E avrà i tuoi giga
E i mega
Pixel delle foto
E la memoria piena
Di vita fermata
Di vita non vissuta
E mai rivisitata
Per lo spavento di vedersi
Ritratti in pose
E non così come si è
Per darsi in pasto
Impiattarsi in foto
Con l’occhio della triglia
Col sorriso del deretano
Ma di gallina e proporsi
In quadretto di famiglia
Per l’altrui valutazione
Per il tot al kilo sul mercato
Della social comunicazione
Ché qui di sociale
Ci è rimasto solo questo
Ché caduta la e
La sociàl democrazia
Ha mutato di accento
Nell’idiozia sòcial
E così sia
Verrà la morte
E avrà i tuoi giga
Ma a te che te frega
Tanto non te ne sei accorto
Se la vita avrà
Avuto i tuoi occhi
I tuoi profumi
I tuoi balocchi”
Francesca Tini Brunozzi, “Verrà la morte e avrà i tuoi giga”
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Immagine: Opera di Rafal Olbinsky