Pensieri

E non ci indurre in tentazione…

06.04.2022
“E non ci indurre in tentazione di lasciare quello che è difficile ma ci rende felici, per il miraggio di una facilità che non esiste, esistono periodi in salita e altri in discesa, in tutte le vie e in tutte le vite; di voler cercare una strada più corta ché tanto fino a quando non arriva la prontezza di percorrerla resterà celata, al contrario, apparirà nel tempo che passa tra alba e tramonto.
Di lasciar la presa di quello in cui crediamo quando le mani fanno male, piuttosto si può farne riposare una mentre l’altra tiene un po’ di più, poi, viceversa; di non credere solo perché non ci è ancora successo, perché non lo abbiamo ancora visto e perché ancora non è entrato nella nostra vita. Ma che cosa? Qualsiasi cosa che speriamo. È arrivato e continuerà ad arrivare tutto, come il primo gatto cercato, l’amica del cuore, il primo amore e il secondo, poi il terzo, poi ora basta mai più e invece anche il quarto e il quinto, arriverà tutto per tutti come tutto per tutti è già arrivato fino a qui.
Di farci prendere dal lamento, dallo sgomento e dall’impazienza del disordine che si colloca spesso intorno non considerando che gli eventi non li dirigiamo noi, lasciarli accadere senza alcuna resitenza anche perché ognuno decide per sé stesso, compreso loro; di maledire e scomporsi in mille parole brutte che diserbano le gioie nostre e gli occhi degli altri.
Di dare la colpa a qualcuno e cercare l’assoluzione, sbagliamo noi e sbagliamo tutti e sbagliamo tanto; di andarcene da qualsiasi posto, persona e situazione prima che sia finita e la fine come tutte le altre stagioni si sa scrivere da sola quando il tempo è maturo, farlo prima è un tentare contro vento, farlo dopo solo un illusione che il concetto di permanenza esista.
Di rinunciare solo perché ancora non ci siamo riusciti.
E liberaci dalla presunzione di avere un qualche potere perché uomini.
Amen”

Francesca Pachetti (La raccontadina)

*****

Immagine: Maurits Cornelis Escher, “Pozzanghera”, Febbraio 1952 (Collezione Federico Giudiceandrea)

(Se provate a  capovolgere la figura ed a fissare il riflesso dell’acqua,  la “pozzanghera” si trasformerà in una foresta al chiaro di luna)

Lascia un commento