“Il vero male, l’unico male, sono le convenzioni e le finzioni sociali, che si sovrappongono alle realtà naturali – tutto, dalla famiglia al denaro, dalla religione allo stato. Si nasce uomo o donna – voglio dire, si nasce per essere, da adulti, uomo o donna; non si nasce, a buon diritto naturale, né per essere marito, né per essere ricco o povero, come non si nasce per essere cattolico o protestante, o portoghese o inglese. Si è tutte queste cose in virtù delle finzioni sociali. Ora, queste finzioni sociali perché sono negative? Perché sono finzioni, perché non sono naturali. È negativo tanto il denaro che lo stato, l’istituzione famigliare come le religioni. Se ce ne fossero altre, che non fossero queste, sarebbero ugualmente negative, perché sarebbero anch’esse finzioni, perché anch’esse si sovrapporrebbero e disturberebbero le realtà naturali. Dunque, qualunque sistema che non sia il puro sistema anarchico, il quale si prefigge l’abolizione di tutte le finzioni e di ciascuna di esse totalmente, è anch’esso una finzione. Usare tutta la nostra volontà, tutti i nostri sforzi, tutta la nostra intelligenza per creare, o contribuire a creare, una finzione sociale invece di un’altra è un assurdo, quando non è addirittura un crimine, perché è realizzare una perturbazione sociale con il fine esplicito di mantenere tutto uguale. Se riteniamo ingiuste le finzioni sociali perché schiacciano e opprimono quel che è naturale nell’uomo, a qual fine adoperarci per sostituirle con altre finzioni, quando possiamo agire per distruggerle tutte?
[…] La tirannia che può essere scaturita dalla mia azione di lotta contro le finzioni sociali, è una tirannia che non parte da me e che dunque non ho creato io; sta nelle finzioni sociali, non l’ho sommata a quelle. Quella tirannia è la tirannia specifica delle finzioni sociali; e io non potevo, né era il mio scopo, distruggere le finzioni sociali. Glielo ripeto per la centesima volta: solo la rivoluzione sociale può distruggere le finzioni sociali; al contrario, l’azione anarchica perfetta, come la mia, può solo soggiogare le finzioni sociali, soggiogarle solo in relazione all’anarchico che mette in pratica quel processo, perché tale processo non permette una più ampia sottomissione di quelle finzioni.”
Fernando Pessoa, da “Il banchiere anarchico“, 1922
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Immagine: Street Art di Sergio Odeith, Lisbona, Stazione Amadora-Este