– Quando si è un po’ filosofi, non si sogna mai, a caso. Ero, una specie di Diogene, con una lampada in mano, in un posto che poteva essere Roma, cercavo l’uomo in questo sgretolamento.
Sento cantare da lontano, sarà Claudio Villa, non era Claudio Villa, si avvicina, più moderno, era Gesù. Cristo. Bello luminoso, stupendo capelli un po’ lunghi, sì, un filino di neon intorno che fa, bsssss. L’avrei baciato. No gli porta male. Maestro, maestro, qui è un disastro, manca lo spirito, guardi, guardi lei che se ne intende.
– Figliolo, non avete capito niente
– Credevo fosse più gentile
– Non è una questione di spirito, il segreto sta nel corpo
– Com’è semplice eh, lapidario, sempre stato. Si capisce tutto, altro che Hegel. Sì maestro, d’accordo, via lo spirito, toh Hegel, ma anche come corpo qui, catastrofe. L’ha letto l’io diviso? Catastrofe
– E io, cosa crede che abbia trovato ai miei tempi? La decadenza, lo sfasciamento, me ne intendo di sfaceli io
– Spiritoso Gesù, sempre col dito alzato, ho capito da chi ha preso Montini. Ascolta Gesù, non riesco a farmi capire, forse sei un po’…insomma, sono passati diversi anni, e poi tu non hai mai capito un granché di storia, non te ne fare una croce. Voglio dire che anche noi, si tenderebbe all’interezza sì, solo che le nostre condizioni storico politiche, va bè per te è arabo, voglio dire, la repressione, l’educazione
Mi interrompe.
– Ti capisco figliolo, ti capisco, anch’io c’ho avuto un padre autoritario. Mia madre mi lasciava far tutto, e io mi sono sganciato, mi sono occupato dell’uomo, mica astrazioni, e ho fatto tutto un lavoro sul corpo, guarda qui
– La Madonna… cioè, cioè Gesù, fatti vedere, non dal dottore, voglio dire, fatti capire, tu non sei famoso per il corpo, sei famoso insomma, sei un po’ evanescente eh
– Ma che evanescente, sono corporeo io, non c’ho niente di divino, non mi hai mai sfiorato l’idea, io vivo, parlo anche poco, non è vero quello che dicono, faccio delle cose semplici come respirare, un’energia naturale dentro di me, mica fuori, quella ce l’ha il mio babbo, dicono.
Non ho mai parlato di anima io, ho sempre fisicizzato tutto, basta guardare come mi muovo, sono l’unico che sa camminare in un prato
– O mamma come si muove bene, bello, bello senz’anima. Come noi
– E no. Voi siete brutti stupidi ideologici, mentali, voi anche quando parlate di corpo siete distaccati, testacchioni, andate sempre di testa voi, sempre di testa. Andate di corpo
– Si si Gesù, ma anche noi ci siamo mossi, cosa credi, che io non ce l’abbia il problema di fisicizzare?
– Oh oh oh oh, le ho sentite le tue storielle, l’idea l’idea, se potessi mangiare un’idea… e io, cosa credi che abbia voluto dire con la comunione? L’idea, che ti entra nel corpo. Non avete capito un’ostia, le ho dette duemila anni fa quelle stupidate lì
– Si si Gesù, ma anche tu sei sicuro che, che, un po’ di ideologia
– No
– Si quando hai detto a san Pietro di mettere.. sì, la pietra.
– E si, lì ho fatto una cazzata, è per mio padre sai, non c’ha mai avuto una casa, però bella eh, solida, un chiesone che non finisce mai, perché se uno fa le cazzate, perlomeno che le faccia bene. Se penso a voi mi fate pena, ogni sei mesi, una chiesettina, poi crolla, un’altra chiesettina un’altra chiesettina, non vi dura niente la roba
– Era lì che lo aspettavo, certo, perché crediamo nel movimento, noi
– E allora perché fate le chiesine?
– Già, e come si fa a non farle? Me lo dica maestro, me lo dica lei
– Figliolo, cerca di sognarti Marx, io c’ho il mio specifico
– E sta per andarsene, un momento maestro, un momento, qui l’uomo muore
– Embè, che c’è di male? Tanto risorge no, la resurrezione del corpo, semplice. Buona pasquaaaa
Giorgio Gaber, “Il sogno di Gesù” (prosa), dall’album “Libertà Obbligatoria”, 1976/1977