“Forse è tutto qui.
Forse è questo che la gente non sa:
che i film muti non sono davvero muti.
I film muti parlano, parlano tantissimo, solo che parlano le parole delle mani, degli sguardi, dei capitomboli, delle sopracciglia che si alzano e delle labbra che si stringono, o aprono, o piegano.
Essere un film muto in un mondo di film a colori è sentirti dire continuamente che non parli mai e, invece, parlare sempre, tacere forse con le parole, ma non tacere in effetti mai, proprio mai, perché parli una lingua diversa: quella che ti si scrive addosso, sugli occhi, sulle braccia, sulla faccia, sulle mani.”
Enrico Galiano, da “Dormi stanotte sul mio cuore”, 2020
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“Alla mia età, com’è naturale, ogni occasione è buona per cedere a pensieri mortuari. Mi capita, inevitabilmente, coi vecchi film in TV. Mai che non mi chieda quanti degli attori che vedo sgambettare, ridere, bamboleggiare siano ancora in vita; che non cerchi subito di appurare, consultando magari un dizionario biografico, la loro duplice qualità di fantasmi. Così ancora stanotte, nel Congresso si diverte del ’30, davanti a una scena collettiva di ballo, un facile calcolo mi avvisa che quei ventenni son tutti o quasi diventati cadaveri e che quel Der Kongress tanzt dovrebbe, dopo sessantadue anni, più ragionevolmente intitolarsi Der Totentanz.”
Gesualdo Bufalino, da “Bluff di parole”, 1994
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“Si gira un film, la stessa scena viene ripetuta innumerevoli volte. Un passante, chiaramente un provinciale, non se ne capacita: “Dopo aver visto questo, non andrò mai più al cinema”. Si potrebbe reagire allo stesso modo di fronte a qualsiasi cosa di cui si siano intravisti i retroscena e di cui di sia colto il segreto. Eppure, con una onubilazione che ha del portentoso, vi sono ginecologi che si incapricciano delle clienti, becchini che fanno figli, incurabili che abbondano in progetti, scettici che scrivono…”
Emil Cioran, da “L’inconveniente di essere nati”, 1973
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“Se un mio film riesce a far sentire infelice una persona in più, allora sento di aver fatto il mio lavoro.”
Woody Allen, “Intervista con Woody di Frank Rich”, 1979
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“L’FBI circonda la casa:
– “Buttate fuori il bambino, consegnateci le armi e uscite a mani in alto!”;
– I rapitori rispondono: “Buttiamo fuori il bambino, ma lasciateci tenere le armi e andarcene con la nostra auto!”;
– FBI: “Buttate fuori il bambino, vi lasciamo andare con la macchina, ma consegnateci le arm
i!”;
– I rapitori: “Buttiamo fuori il bambino, ma lasciateci le armi, non abbiamo bisogno di andare in macchina!”;
– FBI: “Tenetevi il bambino… No, un momento, ho fatto casino…”.
Woody Allen
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“Sono solo un narratore, e il cinema sembra essere il mio mezzo. Mi piace perché ricrea la vita in movimento, la esalta. Per me è molto più vicino alla creazione miracolosa della vita che, per esempio, una libro, un quadro o la musica. Non è solo una forma d’arte, in realtà è una nuova forma di vita, con i suoi ritmi, cadenze, prospettive e trasparenze. E’ il mio modo di raccontare una storia.”
Federico Fellini
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“The Kid” (“Il monello”), film muto del 1921 scritto, prodotto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin
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“La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all’inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione.
François Truffaut
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“Noi sappiamo che sotto l’immagine rivelata ce n’è un’altra più fedele alla realtà, e sotto quest’altra un’altra ancora, e di nuovo un’altra sotto quest’ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, assoluta, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà.”
Michelangelo Antonioni
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“Hollywood è un posto dove ti pagano migliaia di dollari per un bacio, e cinquanta centesimi per l’anima.”
Marilyn Monroe
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“Nel 1928, un regista rumeno che si chiamava Buchowetski era venuto a Hollywood da primadonna, e i giornalisti che lo aspettavano lo fermarono alla stazione. Era lì, la giacca sulle spalle, circondato dai suoi lacchè. Qualcuno gli chiese qual’era la sua filosofia di vita, il suo punto di vista, o qualcosa del genere. Raddrizzatosi, dichiarò: “La vita è come una macchina da presa”, e dopo questo commento criptico, s’infilò nella limousine della Paramount con l’addetto stampa, che era inquieto perché sapeva che la stampa avrebbe voluto che una simile dichiarazione fosse leggermente sviluppata. Domandò allora al regista rumeno cosa significava questa formula. Costui lo folgorò con lo sguardo e dichiarò: “Che ne so? Sono un regista, non un filosofo!”.
Joseph L. Mankiewicz
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“Il cinema è l’opposto della politica: si sa che è finzione ma si può lo stesso raccontare la verità a partire da una storia che tutti sanno essere finta. La politica al contrario pretende di dire la verità, ma poi alla fine è tutto cinema.”
Luc Besson
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“Mi piacerebbe dire ai giovani che dovrebbero imparare a stare da soli: le persone che si annoiano in compagnia di se stesse mi sembrano in pericolo.
Mi piacerebbe dir loro soltanto che dovrebbero imparare a stare da soli e di cercare di passare quanto più tempo possibile da soli. Penso che uno dei difetti dei giovani di oggi è che cercano di stare assieme in eventi che sono rumorosi, anche aggressivi, a volte. Questo desiderio di stare insieme per non sentirsi soli, è un brutto sintomo, mi sembra. Chiunque ha bisogno di imparare fin dall’infanzia come trascorrere del tempo con se stesso. Questo non significa che bisogna essere solitari, ma che non bisogna annoiarsi con se stessi, perché le persone che si annoiano in compagnia di se stesse mi sembrano in pericolo, dal punto di vista dell’autostima.”
Andrej Tarkovskij
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“CINEMA MUTO:
Non è che gli manchi
il sonoro,
Fina García Marruz (poetessa cubana), da “Créditos de Charlot”, 1990
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− Siete Norma Desmond, sì!, la famosa attrice del muto. Eravate grande!
− Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo!
Dal film “Viale del tramonto”, diretto da Billy Wilder nel 1950
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“Lo dicevo, che nel cinema c’è qualcosa che non va.
È finito, distrutto. Un tempo, col nostro mestiere, gli occhi di tutto il mondo erano stregati da noi. Ma non era sufficiente per loro, oh no!, dovevano impadronirsi anche degli orecchi. Allora aprirono le loro bocche bestiali e vomitarono parole, parole, parole…”
Dal film “Viale del Tramonto”, diretto da Billy Wilder nel 1950
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Fotogramma di “Viale del tramonto”, Billy Wilder 1950
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“La vita: quel vecchio film.
E questa strana sensazione
di esserti perso
qualcosa d’importante della trama.”
Alfonso Brezmes, da “Il dono delle lingue”
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“Il cinema, questo nuovo piccolo stipendiato dei nostri sogni, te lo puoi comperare quello, procurartelo per un’ora o due, come una prostituta.”
Louis-Ferdinand Céline, da “Viaggio al termine della notte”, 1932
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“Il cinema sta prevaricando sulla realtà e dà false informazioni sulla vita. Questo per il cinema corrente. Quello sperimentale dà false informazioni sui sogni.”
Ennio Flaiano, da “Melampus”, 1970
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Immagine in evidenza: Marcellin Auzolle, “Cinématographe Lumière”