“Oggi imperversa ovunque una algofobia, una paura generalizzata del dolore. Anche la soglia del dolore crolla con rapidità. L’algofobia ha come conseguenza un’anestesia permanente. Si evita qualsiasi circostanza dolorosa. Persino le pene d’amore sono diventate sospette. L’algofobia si estende nell’ambito sociale. Ai conflitti e alle controversie che potrebbero condurre a confronti dolorosi viene riservato uno spazio sempre minore. L’algofobia interessa anche la politica. Aumentano la spinta al conformismo e la pressione del consenso. La politica s’installa in un’area palliativa e smarrisce qualsiasi vitalità. La «mancanza di alternative» è un analgesico politico. Il «centro» diffuso sortisce un effetto palliativo. Invece di discutere, di lottare per argomenti migliori, ci si abbandona alle imposizioni del sistema. Si fa cosí strada una post-democrazia. Una democrazia palliativa. Motivo per cui Chantal Mouffe chiede una «politica agonistica» che non scansi i confronti dolorosi. La politica palliativa manca di visione e non sa realizzare riforme incisive, che potrebbero far male. Preferisce ricorrere ad analgesici di breve efficacia che si limitano a velare disfunzioni e fallimenti sistemici. La politica palliativa non ha il coraggio del dolore. Quindi perpetua l’Uguale.”
Byung-Chul Han, “La società senza dolore”, 2021
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Immagine: Arthur Hughes, “Una nuvola passeggera”, 1895 ca.