“Forse la mia paura più grande è quella di avere delle regole troppo rigide da rispettare. Forse non voglio dividere la mia moka del mattino con nessuno. Probabilmente ho troppa fiducia in me stesso per condividere la mia vita con qualche altro, sono troppo egocentrico e nel mio bilocale il mio ego fa già fatica a starci.
Ho paura di crescere. Ho paura di crescere come sono cresciuti molti altri amici o meglio, conoscenti. Li vedo invecchiati e pure noiosi. Non sanno cos’è un sogno, non sanno cos’è un fiore. Parliamo due lingue diverse, o meglio, loro si comprendono all’istante e parlano la stessa lingua, sono io che parlo ormai in una forma diversa. Loro hanno la sensazione di sapere dove stanno andando e a me la loro strada rattrista. I loro discorsi mi annoiano.
Ecco perché mi danno fastidio le regole, perché loro le hanno seguite tutte alla perfezione e hanno fatto quella fine, la fine che io non voglio fare.”
Mauro Medaglia e Gabriele Giovannacci, “Voglio vedere l’effetto che fa”, 2015
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Immagine: Gustave Caillebotte, “Giovane uomo alla finestra”, 1875