– Staremo sempre insieme?
– No
– Come no, hai detto di amarmi
– Ti amo ma non staremo sempre insieme
– Perché?
– Perché io a volte dovrò tornare nelle mie stanze a cercare e riordinare, qualche volta le idee, altre i ricordi
– E io?
– E tu probabilmente dovrai fare lo stesso, ma non me lo dirai per paura che io ci resti male o magari le tue stanze sono già in ordine e non sentirai l’esigenza di rientrarci, così chiederai di poter vedere le mie, ma non potrai
– E la condivisione?
– Condivideremo molto, tutto quello che io avrò piacere di mostrarti e tutto quello che tu avrai voglia di mostrarmi, poi, tutto quello che ci piacerà scoprire insieme, ma mai ci entreremo senza bussare al cuore – Oi, ci sei? Posso entrare?-
– Quindi avremo dei segreti!
– Non li chiamerei segreti, piuttosto vita mia e vita tua, che a volte diventerà vita nostra, altre no.
– Ma nei momenti che non ci sarai io mi sentirò sola in mezzo al mare e di sicuro affogherò
– Ma io non sono uno scoglio e tu non sarai la mia riva.
– E ma allora tutto questo cosa sarà?
– Io spero sia una deriva, non sapere se ci sarà una cascata o un pesce cane, dei coccodrilli o dei pescatori, spero che in questo andare tra correnti forti e un po’ meno, mentre io nuoterò la mia salvezza e tu nuoterai la tua, non ci perderemo di vista e non perderemo il coraggio di restare in acqua.
A volte, se saremo fortunati, troveremo un tronco abbattuto dove appoggiarci, insieme a respirare (respirarci) e raccontarci, altre avremo solo gli occhi per guardarci
– Quindi sarà una deriva?
– Sì, quindi sarà un amore.
Francesca Pachetti (La Raccontadina), da “Racconti a passo di vanga”
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Immagine: Edward Hopper, “Room in New York, 1932