“Siamo fatti di tempo.
Siamo i suoi piedi e le sue labbra.
I piedi del tempo camminano nei nostri piedi.
Prima o poi, si sa, i piedi del tempo cancellano le tracce.
Traversata del nulla, passi di nessuno?
Le labbra del tempo raccontano il viaggio.”
“Il leone, simbolo del coraggio e della nobiltà, vibra negli inni, sventola nelle bandiere e custodisce castelli e città. La iena, simbolo della vigliaccheria e della crudeltà, non vibra, non sventola, né custodisce nulla. Il leone, dà il nome a re e plebei, ma non c’è notizia del fatto che qualcuno si sia mai chiamato o si chiami Iena.
Il leone è un mammifero carnivoro della famiglia dei felini. Il maschio si dedica a ruggire. Le sue femmine si incaricano di cacciare un cervo, una zebra o qualche altro animaletto indifeso o distratto, mentre il maschio aspetta. Quando il cibo è pronto, il maschio si serve per primo. Di quello che avanza mangiano le femmine. E alla fine, se qualcosa rimane, mangiano i cuccioli. Se non resta niente, s’arrangiano.
La iena, mammifero carnivoro della famiglia dei canidi, ha altre abitudini. E’ il signore che porta il cibo, e lui mangia per ultimo, dopo che i cuccioli e le signore si sono servite.
Per elogiare, diciamo: “È un leone”. E per insultare: “È una iena”. La iena se la ride. Chissà perché.”
“Circa quattromilacinquecento milioni di anni fa, anno più, anno meno, una stella nana sputò un pianeta, che attualmente risponde al nome di Terra.
Circa quattromiladuecento milioni di anni fa,
la prima cellula bevve la broda marina,
le piacque e si duplicò per avere qualcuno
da invitare a bere qualcosa.
Circa quattro milioni e rotti di anni fa,
la donna e l’uomo, quasi ancora scimmie,
si eressero sulle zampe, si abbracciarono
e per la prima volta provarono la gioia
e il timore di vedersi, faccia a faccia,
mentre stavano in quel modo.
Circa quattrocentocinquantamila anni fa,
la donna e l’uomo fregarono due pietre
e accesero il primo fuoco, che li aiutò a lottare contro la paura e il freddo.
Circa trecentomila anni fa, la donna e l’uomo
si dissero le prime parole e credettero
di potersi comprendere.
E noi siamo ancora a quel punto:
a desiderare di essere in due, morti di paura, morti di freddo, alla ricerca di parole.”
Eduardo Galeano, da “Le labbra del tempo”, 2004