“La cantilena della nebbia
culla ciò che appare
la ninna nanna
è per le colline smarrite
(imbavagliato
il ruggito del mare
lontano)
granelli di voci
fioccano lenti
vischioso zucchero filato
crisalide pietosa
al tempo
la voce ora
brucia nuda
– lacrima trasparente –
e tutta riempie
il sepolcro
– un tempo freddo –
della parola
“aiuto”
nel nato garrito di rondine
il ricordo
del mio giardino
improvviso
dopo la nebbia
il blu delle stelle”
Giulia Menolascina
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Claude Monet, “Nebbia a Vetheuil”, 1879
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La nebbia
“La nebbia avvolge ogni cosa;
tutto è coperto da un velo;
un’aria c’è misteriosa
sospesa fra terra e cielo.
E vanno lievi i passanti
nascosti dentro la bruma:
figure vaghe, sognanti,
in quei vapori di spuma.
Il velo fitto s’aduna
così diafano, ovattato;
sembra il sole un’altra luna
tanto è scialbo ed ammalato.
E il berretto d’un piccino,
con la nappa in rossa lana,
dondolante palloncino,
nella nebbia s’allontana.”
Valentina Seganti Pagani, “La nebbia”
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“Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli
d’aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Ch’io veda soltanto la siepe
dell’orto,
la mura ch’ha piene le crepe
di valerïane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch’io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch’ami e che vada!
Ch’io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane…
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch’io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest’orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.”
Giovanni Pascoli, “Nebbia”, da “Canti di Castelvecchio”, 1903
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Caspar David Friedrich, “Viandante sul mare di nebbia”, 1818
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Mentre vaghi per i boschi, all’improvviso
“Mentre vaghi per i boschi, all’improvviso
sarai partecipe di un mistero: tutto
si spalanca ai tuoi occhi, attorno –
le rivelazioni sono sempre accidentali.
Nei recessi della pineta la neve è fitta –
l’inverno governa senza difetto nella foresta.
Ma una piramide di foglie copre un pendio:
l’autunno ha ancora i suoi mercenari.
I ruscelli mormorano: ognuno ha un fine:
è primavera, primavera!
Nel grigio-blu
non sono soltanto gli stormi a cantare –corrono le piccole prede: l’estate avanza e va…
Ho visto, udito, scoperto
come se fossero nascosti tra i cespugli:
primavera ed estate, autunno e inverno,
conducono negoziati segreti.”
Marija Petrovych
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Immagine in evidenza: Anonimo veneto, “La laguna ghiacciata alle Fondamenta Nuove 1708”, ca. 1709. – Foto: Marco Cappelletti e Filippo Rossi