Affabulazioni

Un paio di occhiali

26.05.2022
In uno zoo dell’Indonesia un visitatore fa cadere i suoi occhiali da sole nel fossato dell’orangutan.
Placidamente il solenne prigioniero va a raccoglierli. Se li mette con delicatezza sistemando le stanghette ai lati. Gli spettatori della scena vanno in visibilio.
Le seguenti righe mi sono trasmesse dal fossato con lo strumento della telepatia, che è una simpatia a distanza. Un giorno scrissi di un nostro incontro in Indonesia.
“Ah, è così che vedono il mondo i bipedi vestiti. Coprono la nudità della luce per adattarla a loro. Il mio colore rosso me lo ritrovo spento nel marrone.
Mi stanno osservando con questi pezzetti sugli occhi e si stanno divertendo. Dicono di noi scimmie che imitiamo. Fraintendono: li prendiamo in giro. Convinti di una superiorità non credono che un essere, secondo loro inferiore, possa deridere la specie dei sapienti.
A terra mi muovo male, il mio posto è sugli alberi. Qui non ce ne sono. Lassù sono un signore, qua dentro un pupazzo.
Orangutan, mi chiamano. Vuole dire uomo della foresta. Me l’hanno tolta, sono un uomo senza.
Non è la libertà a mancarmi, né la compagnia dei miei pari, ho nostalgia degli alberi maestri. Mi coprono, mi nutrono, mi accostano alle stelle.
Questi pezzetti sugli occhi vanno bene per loro, a me deformano il mondo. Me li levo”.
Con un gesto leggero, come soffiare un bacio, rilancia gli occhiali di là del parapetto, non per restituirli: per rigetto.
Erri De Luca _ Fonte: Fondazione Erri De Luca

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