“Nessuno seppe mai il vero nome di colui che tutti chiamavano il Gentiluomo Malato. Non è rimasto di lui, dopo l’improvvisa scomparsa, che il ricordo dei suoi indimenticabili sorrisi ed un ritratto di Sebastiano del Piombo, che lo raffigura nascosto nell’ombra morbida di una pelliccia, con una mano inguantata che ricade giù floscia come quella di un dormiente.
Io sono invece perseguitato da un’altra idea: chi è colui che mi sogna? chi è quest’uno, quest’essere ignoto ch’io non conosco e di cui sono la proprietà, che m’ha fatto sorgere ad un tratto dal buio del suo cervello stanco e che al suo risveglio mi spegnerà ad un tratto, come una fiamma a un improvviso soffio?”
Giovanni Papini, da “L’ultima visita del Gentiluomo Malato”, 1906
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Nell’immagine: “Ritratto d’uomo malato”, 1515, attribuito a Tiziano e, negli inventari antecedenti al 1976, a Leonardo da Vinci, a Sebastiano Del Piombo e alla cerchia di Lorenzo Lotto