“Non ho niente da dire. Non ho storie da raccontare. Non ho da fare considerazioni. Sono l’uomo che sta seduto in fondo, quello che se c’è o non c’è non cambia niente. Sono un’ombra in più sul muro, quando c’è il sole. E quando piove, invece, sono solo un ombrello aperto. Sono un posto occupato sull’autobus. Sono un numero in coda. E uno, infinitesimale, in una statistica. Sono l’inquilino del secondo piano, quello che saluta sempre e tiene aperto l’ascensore. Sono un passante, lo sono sempre stato. Sono uno a cui chiedere informazioni. Anche in inglese, perché so le lingue. Sono stato un testimone oculare. E per una volta, a qualcuno è interessato quello che avevo da dire. Sono un singolo applauso. Una sagoma nel buio di un cinema. Sono uno come ne vedete tanti, ogni giorno, e appena li avete visti, li dimenticate. Sono l’uomo con il cappello, quando lo porto. Sennò non sono neanche quello.”
Traindogs 525 – “L’uomo seduto in fondo”