“Artax”, esclamò Atreiu, “che ti succede?”
“Non lo so, padrone, penso che dovremmo tornare indietro. Non ha senso andare avanti. Stiamo inseguendo qualcosa che hai soltanto sognato. Ma non troveremo niente. E forse è anche già troppo tardi. Forse l’Infanta Imperatrice è già morta e tutto quel che facciamo non ha più alcun senso. Torniamo indietro, padrone, dammi retta, torniamo indietro.”
“Artax, così non avevi mai parlato prima, che cos’hai? Ti senti male?”
“Forse. Ad ogni passo che facciamo, la tristezza cresce nel mio cuore. Non ho più alcuna speranza, padrone. E mi sento così pesante, così pesante. Credo proprio di non farcela più.”
“Ma dobbiamo andare avanti! Su, Artax, andiamo! Artax, non devi lasciarti andare proprio adesso! Su, vieni! Tirati fuori, altrimenti affogherai!”
“Lasciami, padrone, non ce le faccio più. Vai avanti da solo. Non preoccuparti per me! Non posso più sopportare questa tristezza. Voglio morire.”
“Ti tengo forte, Artax, non ti lascerò mai affondare.”
Dal film “La storia infinita” (The NeverEnding Story), diretto da Wolfgang Petersen nel 1984 e ispirato all’omonimo romanzo di Michael Ende
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