“Sono sempre io, quella che invece di avere la testa tra le nuvole, ha le nuvole nella testa. Questi pensieri perturbati che passano dallo stato liquido al solido al gassoso e sono instabili in ogni forma, fanno acqua, nebbia, fanno pantano, ghiaccio, fanno idee scivolose. Sono sempre quella che continua a restarci male. Anche se col tempo ha imparato a non restare dove la terra è inospitale.
Sono sempre quella che si imbambola a guardare il paesaggio dal finestrino, che crede che il migliore tempo trascorso sia a osservare il fuoco in un camino e se è triste corre a procurarsi lo sguardo di un bambino.
Sono io, la somma dei miei Ho sempre fatto così. E spesso ho fatto male. Sono sempre io, quella che infila a forza il dado quadrato nel buco a stella, che non legge le istruzioni, che apre male le confezioni, che odia i manuali, che da bambina montava i lego senza guardare le figure, che non capisce i rebus, che coi rompicapo nemmeno ci si mette, non parliamo di giocare a carte, quella che a perdere nessuna la batte.
Sono sempre io, quella che alcune cose in testa proprio non mi ci entrano, devo ricontrollare, e altre proprio non mi ci escono e continuano a farmi sanguinare. Sono sempre io quella che ama le mezze stagioni ma non le mezze emozioni. che patisce questa democrazia basata sulla solitudine in cui ci siamo abituati a vivere, una solitudine con pubblico in piedi, che applaude o bisbiglia, ma non lo vedi.
Sono sempre io, quella che mangia dalla pentola, che ha crackers e caffè alla base della sua piramide alimentare, quella che poi si offende, quella che però ti dirà “non fa niente”, quella permalosa, quella che si sente in colpa se si riposa, quella che si nasconde se sta male, quella che ha il terrore di vomitare. Sono sempre io, quella che comunque e sempre resta curiosa della gente, curiosa dell’amore, e accetta il rischio, accetta i cookies pur di continuare, perché la paura più grande è di annoiarsi, ma ancora di più di annoiare.
Sono sempre io, mi conosci, quella che, come neve di aprile, chiede semplicemente di caderti addosso e, al caldo, scomparire.”
Enrica Tesio
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Nell’immagine: Lisandro Rota, “Spiaggia perfetta a km 0”