– Io mi chiamo G
– No, non hai capito, sono io che mi chiamo G
– No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io.
– Il mio papà è molto importante.
– Il mio papà no.
– Il mio papà è forte, sano e intelligente.
– Il mio papà è debole, malaticcio e un po’ scemo.
– Il mio papà ha tre lauree e parla perfettamente cinque lingue.
– Il mio papà ha fatto la terza elementare e parla in dialetto, ma poco perché tartaglia.
– Io sono figlio unico e vivo in una grande casa con diciotto locali spaziosi.
– Io vivo in una casa piccola, praticamente un locale, però c’ho diciotto fratelli.
– Il mio papà guadagna 31 miliardi al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese, fa un miliardo al giorno.
– Il mio papà guadagna 10.000 lire al mese che diviso 31 che sono i giorni che ci sono in un mese fa 10.000 lire al giorno… il primo giorno, poi dopo basta.
– Noi siamo ricchi ma democratici, quando giochiamo a tombola segniamo i numeri coi fagioli.
– Noi invece segniamo i fagioli coi numeri… per non perderli.
– Il mio papà è così ricco che cambia ogni anno la macchina, la villa e il motoscafo.
– Il mio papà è così povero che non cambia nemmeno idea.
– Il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: “Guarda, tutto quello che vedi un giorno sarà tuo!”.
– Anche il mio papà un giorno mi ha portato sulla collina e mi ha detto: “Guarda!”. Basta.