Piccola riflessione sul flusso della storia e sulle civiltà che vanno difese ad ogni costo chissà poi perché.
Aver studiato per tanto tempo, per scrivere i miei romanzi, il periodo del “crollo” dell’impero romano e della nascita dei regni romano-barbarici mi fa leggere gli avvenimenti di questa nostra epoca in una prospettiva alle volte diversa.
Sento politici che parlano di invasioni, di “civiltà” che vanno difese dalle infiltrazioni, e che discriminano in base all’appartenenza etnica gli individui, solleticando le paure delle masse e lasciando intendere che se non ci si chiude un nuovo e terribile periodo di decadenza si aprirà davanti a noi.
Io che quel periodo di crisi e di nascita l’ho studiato così a lungo, ci trovo invece tanti esempi di integrazione bel riuscita. Le corti di Costantinopoli e di Ravenna erano melting pot che lèvati, dove Goti e Romani (che poi erano Romani per cittadinanza anche loro, ma di provenienza variabilissima, dalla Gallia alla Siria) si incrociavano e collaboravano. L’Ostrogoto Teodorico parlava greco e latino molto meglio dei contadini romanissimi che vivevano nei campi attorno a Ravenna, e il suo referendario, romanissimo invece, Cipriano aveva fatto allevare i figli insegnando loro il goto e voleva i romani fuori dalle cariche dello Stato, mentre uno dei suoi consulenti religiosi più influenti era Dioscoro, un greco di Alessandria d’Egitto. L’imperatore Giustiniano discendeva da una stirpe di contadini analfabeti provenienti da un paesino a venti chilometri dalla attuale Skopie. Papa Orsmida aveva un nome persiano (vai a sapere perché), e Cassiodoro, ministro di Teodorico, veniva sì dal Bruzio ma la famiglia era di origine siriaca. Teodorico stesso era sposato con una principessa franca e aveva adottato come erede un lontano nipote visigoto di origine però spagnola.
I popoli si mischiano, da sempre, fin dalle più antiche e remote età. Le culture si ibridano, le tradizioni si creano spesso per caso e pochi anni prima che vengano spacciate per antichissime. La storia scorre: non decade, scorre e si trasforma e basta. E noi siamo solo piccole gocce in questo flusso, destinante a confonderci con le altre.
Lo tenessimo più presente, tante sciocchezze sulle razze e le identità che diciamo e in cui magari crediamo ci apparirebbero per ciò che sono: sciocchezze, piccole boe a cui tentiamo di aggrapparci perché siamo solo spaventati che il flusso ci travolga, mentre è semplicemente naturale che prima poi noi ci perdiamo in esso, e via.
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