«Non so davvero di cosa parlano i miei dipinti. E non voglio saperlo. Non vedo perché dovrei, tra l’altro. Se potessi analizzarli, smetterei di dipingerli. Dev’esserci un elemento sconosciuto perché io possa trovarli interessanti».
«Ogni quadro è una reazione. È il frutto del passare del tempo, il risultato di dubbi. La pittura è un viaggio, a volte scomodo».
“Mi piacerebbe che i quadri fossero come dei film e che lo spettatore ne fosse il regista”.
«L’atmosfera: non ho mai un piano preciso nella testa ma so che voglio come risultato un’atmosfera».
«A volte dipingo persone assorte che cercano di capire, di trovare un senso nell’ambiente intorno a loro. Ma in realtà il ruolo della figura è sempre lo stesso: catturare l’attenzione di chi guarda e avvincerlo, attirandolo nel quadro».
Peter Doig
(Nato a Edimburgo nel 1959, Doig vive tra Londra, New York e Trinidad, dove la sua famiglia emigrò quando il pittore aveva solo due anni. Oggi è considerato uno degli artisti viventi più quotati al mondo)
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