”Troppe persone nelle mie riproduzioni artistiche vedono solo la loro bellezza, ma io dietro ogni foglia lavorata cerco di raccontare una storia.“
Omid Asadi, 35 anni, iraniano, ingegnere, ex pugile. Artista. Di quelli che arrivano all’anima, di quelli che lasciano a bocca aperta, di quelli che sanno scoprire la bellezza anche nelle piccolissime cose. Come le foglie.
“Quando cominciano a cadere le foglie autunnali…” Diceva il testo di una delle più belle canzoni di Edith Piaf, “Le feuilles mortes“…
Ma per lui, per Omid Asadi, quelle foglie non sono morte. Tra le sue mani tornano a rivivere dimenticando per sempre ogni autunno.
“Da piccolo passavo la maggior parte del tempo immerso nella natura e mi piaceva creare delle forme sulle foglie o sui petali delle rose utilizzando un ago…“
Ma si sa che “per trasformare delle foglie normali in opere d’arte ci vuole un processo che richiede molto tempo.“
Tempo, ago, bisturi e una pazienza infinita: “il mio metodo per dimostrare che anche ciò che può sembrare inutile può sempre servire a fare qualcosa.“
“Le foglie cadute si ammucchiano davanti alla finestra” (“Le feuilles mortes“)…
Ma le sue diventano capolavori.