Pensieri

Niente e così sia

17.08.2022

“Perché dimmi: che differenza c’è fra un uomo ammazzato a un balcone e un uomo ammazzato in trincea? È giusto, dimmi, che per il primo si dia fuoco alle città e per il secondo non si accenda neanche un fiammifero? È logico, dimmi, mandare alla sedia elettrica l’assassino che sparò due colpi e poi dedicar francobolli a coloro che senza sporcarsi le mani spararono milioni di colpi? È sempre stato così, d’accordo, perché la storia è sempre stata fatta dai vincitori, d’accordo. E con questo? Io voglio una storia dove un uomo conta perché è un uomo e non un vincitore. Una storia dove le creature non sono numeri, non sono carne da macello, sono persone la cui morte, ogni morte, merita furia e dolore e incendi e saccheggi.”

 

“Come diceva quella preghiera?
«E meglio che non te la dica, François.»
«Devi invece.»
«Ecco, diceva così: “Padre Nostro che sei nei Cieli, dacci oggi il nostro massacro quotidiano, liberaci dalla pietà, dall’amore, dall’insegnamento che tuo Figlio ci ha dato. Tanto non è servito a niente, non serve a niente, e così sia”.»
«Che non sia servito a niente, è vero.»
«Lo so.»
«Che non serva a niente, è vero.»
«Lo so.»
«Ma è anche vero che potrebbe servire, che dovrebbe servire, che bisogna impedire il massacro.»
«Questo lo capisco ora.»
«E avevi bisogno di farti sparare per capirlo?»
«Temo di sì, François.»”

 

“«La vita cos’è, Francois?»
«Non lo so. Ma a volte mi domando se non sia un palcoscenico dove ti buttano di prepotenza, e quando ti ci hanno buttato devi attraversarlo, e per attraversarlo ci sono tanti modi, quello dell’indiano, quello dell’americano, quello del vietcong…»
«E quando l’hai attraversato?»
«Quando l’hai attraversato, basta. Hai vissuto. Esci di scena e muori.»
«E se muori subito?»
«È lo stesso: il palcoscenico puoi attraversarlo più o meno alla svelta. Non conta il tempo che ci metti, conta il modo in cui lo attraversi. L’importante, quindi, è attraversarlo bene.»
«E cosa significa attraversarlo bene?»
«Significa non cadere nel buco del suggeritore. Significa battersi. Come un vietcong. Non lasciarsi sgozzare, non addormentarsi al sole, non paralizzarsi nella puntura, non chiacchierare e basta come fanno gli ipocriti e, tutto sommato, anche noi. Significa credere in qualcosa e battersi. Come un vietcong.»
«E se sbagli?»
«Pazienza. L’errore è sempre meglio del nulla.»

 

«Cos’è la vita?»
«È una cosa da riempire bene, senza perdere tempo. Anche se a riempirla bene si rompe.»
«E quando è rotta?»
«Non serve a niente. Niente e così sia.»

 

Oriana Fallaci, da “Niente e così sia”, 1969

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