Affabulazioni

La storia infinita

18.08.2022

“Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere. Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi, potrebbero realmente spiegare perché lo fanno. Altri si rovinano per conquistare il cuore di una persona che non ne vuole sapere di loro. E altri ancora vanno in rovina perché non sanno resistere ai piaceri della gola, o a quelli della bottiglia. Alcuni buttano tutti i loro beni nel gioco, oppure sacrificano ogni cosa per un’idea fissa, che mai potrà diventare realtà. Altri credono di poter essere felici soltanto in un luogo diverso da quello dove si trovano e così passano la vita girando il mondo. E altri ancora non trovano pace fino a quando non hanno ottenuto il potere. Insomma, ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone.
Per Bastiano Baldassare Bucci la passione erano i libri.”

“Mi piacerebbe sapere”, mormorò fra sé, “che diavolo c’è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c’è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per vivere bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come.”

“Chi non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di aver fame o freddo;
chi non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una minuscola lampadina tascabile, perché altrimenti il papà o la mamma o qualche altra persona si sarebbero preoccupati di spegnere il lume per la buona ragione ch’era ora di dormire, dal momento che l’indomani mattina bisognava alzarsi presto;
chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse.”

“Chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi con i quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, per le quali si era temuto e sperato e senza le quali d’improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse.”

“E ci pensi bene, ti avvedi subito che tutte le storie del mondo in fondo sono contenute nelle ventisei lettere dell’alfabeto. Le lettere sono sempre le stesse, sono solo le combinazioni che cambiano. E con le stesse lettere si formano parole, con le parole frasi, con le frasi capitoli e con i capitoli le storie.”
“I libri che Bastiano prediligeva erano quelli emozionanti o divertenti, o che facevano sognare. Libri in cui i personaggi inventati vivevano avventure favolose e in cui si poteva immaginare tutto ciò che si voleva.
Perché questo lui lo sapeva fare molto bene; forse era l’unica cosa che sapeva fare davvero molto bene: immaginare le cose con tanta chiarezza che quasi le vedeva e le sentiva. Quando si raccontava da solo le sue storie, talvolta succedeva che dimenticava tutto ciò che aveva intorno e alla fine si risvegliava come da un sogno.”
“Quando si rese conto di ciò che aveva letto in quel momento, Bastiano ebbe un sussulto. Ma quello era lui! La descrizione rispondeva in tutti i particolari. Il librò cominciò a tremargli fra le mani. Adesso la cosa cominciava davvero ad andare un po’ troppo oltre. Non era umanamente possibile che in un libro stampato ci potesse essere qualcosa che accadeva solo ora, in quel preciso momento, e solo per lui. Chiunque altro in quella stessa pagina avrebbe letto quelle stesse parole. Non poteva essere altro che un caso fortuito, un pazzesco caso fortuito. Anche se si trattava senza dubbio di un caso straordinariamente singolare e misterioso.”
“Fissava il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e freddo. Questo, ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che sempre aveva desiderato da quando era caduto in preda alla sua passione: una storia che non dovesse mai avere fine. Il libro di tutti i libri.”

“L’Infanta Imperatrice lesse quello che vi era scritto. Era esattamente ciò che accadeva in quello stesso istante e cioè: – L’Infanta Imperatrice lesse quello che vi era scritto…- – Tutto ciò che accade, tu lo scrivi -, disse. – Tutto ciò che io scrivo accade -, fu la risposta. E di nuovo con quella voce cupa e profonda che aveva udito come un’eco della propria. La cosa più strana era che il Vecchio della Montagna Vagante non aveva neppure aperto bocca. Aveva scritto le parole di lei e le proprie ed ella le aveva udite solo come il ricordo di una voce. – Tu ed io -, domandò, – e tutta Fantàsia, tutto è registrato in questo libro? – Lui scrisse e al tempo stesso lei percepì la risposta: – Non è così. Questo libro è tutta Fantàsia e te e me – . – E dov’è questo libro? – – Nel libro -, fu la risposta ch’egli scrisse. – Allora è soltanto apparenza e riflesso? – domandò lei. Lui scrisse e lei lo udì parlare: – Che cosa mostra uno specchio che riflette uno specchio? Lo sai tu, Occhi d’Oro, Sovrana dei Desideri? – L’Infanta Imperatrice tacque e il Vecchio contemporaneamente scriveva che l’Infanta Imperatrice taceva.”
“- Sono i sogni dimenticati degli uomini – ,spiegò Yor. -Una volta sognato, un sogno non può finire nel nulla. Ma se la persona che lo ha sognato non se lo ricorda, dove va a finire? Qui, da noi, in Fantàsia, e precisamente là sotto, nelle profondità della nostra terra. Laggiù sono depositati in strati sottilissimi, uno sull’altro, tutti i sogni dimenticati. E quanto più si scava in profondità, tanto più sono fitti. Tutta Fantàsia posa su fondamenta di sogni dimenticati.-“
 “- Che cosa siete dopotutto, voi abitanti di Fantàsia? Chimere,visioni fantastiche, immagini di fantasia,
invenzioni del regno della poesia, personaggi di una storia senza fine! O forse che tu ti ritieni realtà, figliolo? Bè sì, certo, qui nel tuo mondo lo sei. Ma una volta che sei passato attraverso il Nulla, non lo sei più. Allora diventi irriconoscibile. Allora sei in un mondo diverso. Laggiù non avete più alcuna somiglianza con voi stessi. Voi portate nel mondo degli uomini accecamento e illusione. Indovina un po’, figliolo, che fine fanno tutti gli abitanti della Città dei Fantasmi che si sono gettati nel nulla? –
– Non lo so -, balbettò Atreiu.
– Diventano manie, idee fisse nella mente degli uomini; immagini d’angoscia, là dove non c’è motivo d’angoscia; idee di disperazione ,là dove non c’è ragione di disperarsi; desiderio di cose che poi li fanno ammalare. -“
“- Hai mai visto il Nulla figliolo? –
– Si, più d’una volta. –
– E com’è? –
– E’ come se si fosse ciechi. –
– Bene. E quando ci siete caduti dentro, vi rimane addosso, il Nulla. Siete come una malattia contagiosa, che rende gli uomini ciechi, così che non distinguono più l’apparenza dalla realtà. Sai come vi chiamano laggiù? –
– No -, mormorò Atreiu.
– Menzogne! – abbaiò Mork.”

Michael Ende, da “La storia infinita”, 1979

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Nell’immagine: Una delle locandine dell’omonimo film di Wolfgang Petersen, 1984

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