Mariarosa
(Mariarosa è una bambina di sette anni che vive in campagna: la sua graziosa casetta, i fiori e gli animali che la circondano, l’immancabile spesa al mercato in compagna del suo inseparabile cagnolino, la cucina dove prepara dolci squisiti, sono tutti ingredienti che fanno leva sul desiderio di una vita semplice e autentica, in cui ogni problema trova la sua soluzione al semplice grido di “Mariarosa, pensaci tu!”)
“Al mattino Mariarosa al
mercato se ne va.
Cose buone compra a iosa
pel pranzetto che farà:
antipasti, frutta, vini
e prodotti Bertolini!
Rincasando sul carretto
pensa al dolce la bambina:
un par d’ova… burro un etto…
latte… zucchero…farina…
ed infine, già dosato,
Bertolini, vanigliato!
Gallinella, Gallinella,
dammi un uovo! – Coccodè.
Te lo dò bambina bella,
però, dimmi, per cos’è?
– Faccio un dolce dei più fini
coi prodotti Bertolini!
Mucca bianca, mi vuoi dare
il tuo latte per la torta?
– Sì, però non lo sciupare…
– Ma che dici! Sono accorta
e non sciupo i miei quattrini:
uso buste Bertolini!
Brava brava Mariarosa ogni cosa sai far tu!
Qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu!”
Autrici: Maria Pia Franzoni Tomba (in arte Maria Pia, illustratrice marchigiana) – Versi di Jolanda Colombini
Anni di messa in onda: 1970, 1974-1976
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Carmencita e Caballero
(Il misterioso Caballero cerca la sua bellissima Carmencita, al grido di “Dov’è dov’è, dov’è, la donna?” Carmencita, però, gli preferisce un altro uomo, con il “baffo che conquista”. Caballero e Carmencita sono realizzati con due semplici coni di gesso bianco: lui con cappello e pistola, gli unici che può muovere; lei con lunghe trecce, che può agitare a suo piacimento.)
«Nella Pampa sconfinata, dove le pistole dettano legge, va il Caballero misterioso in cerca della bellissima donna che ha visto sul giornale. S’ ode un grido nella Pampa: Carmencita abita qui?».
Caballero: Bambina, sei già mia. Chiudi il gas e vieni via.
Carmencita: Pazzo! L’uomo che amo è un uomo molto in vista. È forte, è bruno e ha il baffo che conquista.
Caballero: Bambina, quell’uom son mì… Oh yeh yeh yeh yeh yeh, oh yeh!
Autore: Armando Testa
Data di esordio: 1965
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Il vigile Concilia
(Concilia è un integerrimo e collerico vigile siculo alle prese con le quotidiane infrazioni degli automobilisti e con l’improbabile troglodita Foresto, ai quali non esita ad appioppare multe salate…Altrimenti, “a schifio si finisce!” Eh sì, bisogna insegnare a tutti a rispettare il codice della strada, che – guarda il caso! – sta entrando in vigore proprio in quel periodo. La serie, infatti, si intitola ufficialmente “Noi e la strada”.)
Vigile (fischia): “Qui se non cogliamo, signori miei, a schifio si finisce. Lei, per esempio, giovanotto, concilia?
Foresto: Mi non so, mi son foresto, per me i quadrati, i triangoli, le righe per terra, per me tutto va ben, tutto fa brodo.
Vigile: Non è vero che tutto fa brodo!
Anni di messa in onda: dal 1961 al 1965
Autori: Roberto e Gino Gavioli, Nino Piffarerio (sceneggiatori e registi). Voci: Alighiero Noschese (Foresto); Virgilio Savona (Vigile Concilia)
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Calimero, il pulcino nero
(Frugando nel suo passato, si scopre che Calimero è il quinto figlio di una covata della gallina veneta Cesira e del burbero Gallettoni. Fin dalla nascita, Calimero non è mai riuscito a separarsi dal suo uovo, forse perché misconosciuto dalla madre a ragione del suo colore nero. Così, ripudiato da Cesira, un giorno Calimero incontra un cane che inizialmente scambia per la sua mamma. A quanto pare, comunque, l’abbandono materno non è l’unico problema del nostro Calimero, circondato da un mondo di “ingiustizie” perpetrate dai suoi nemici, come il furbo papero Piero o il saccente professor Gufo Saggio. Di amici, però, ne ha tanti, per fortuna: la fidanzata Priscilla, l’amico Valeriano e, più importante di tutti, l’Olandesina che lo lava restituendogli il colore originario! A proposito: voci di corridoio sussurrano che il nome Calimero sia stato scelto perché è quello del santo milanese a cui è intitolata la chiesetta dove si era sposato il suo papà: Nino Pagot.)
“Uffa, ma che maniere! Qui tutti se la prendono con me perché loro sono grandi e io sono piccolo e nero…”
“E’ un’ingiustizia però. “Ma io non sono nero, son solo sporco!”
Autori: I fumettisti Nino e Toni Pagotto – Voce: Ignazio Colnaghi
Anni di messa in onda: Calimero esordisce in TV il 14 luglio del 1963, ma il suo successo è legato soprattutto al Giappone, dove vennero coprodotte, con la Rai, ben due serie televisive: la prima, di 47 puntate, andò in onda tra il 1974 e il 1975: la seconda, di 52 puntate, fu trasmessa tra il 1992 e il 1993.
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El merendero
(El Merendero è un pappagallo messicano legato ad una canzoncina destinata a diventare un tormentone e ad una storia molto curiosa: a metà degli anni ’60, il pubblicitario e paroliere torinese Romano Bertola compose una canzoncina per reclamizzare un tipo di carta. La sua proposta non piacque, ma Bertola non si arrese: pochi anni dopo rispolverò la canzone legandola al lancio di prodotti dolciari e la fece cantare dal complesso “Los Gildos”. A quanto si racconta, la performance della band non fu delle migliori e pare che Bertola, senza accorgersi che il microfono era aperto, abbia esclamato: “Ragazzi, guardate me! Miguel son mi!“ Ed ecco il coprotagonista: il baffuto Miguel)
El merendero!
Mamma, mamma, lo sai chi c’è?
È arrivato il dindondero
dindondero dindondero
dindondero dindondè
Mamma, mamma, lo sai chi c’è?
È arrivato il dindondero
dindondero dindondero
dindondero dindondè
El dindondero!
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là che aspettava Miguel
Miguel son mi!
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti dise niente a Miguel
Miguel son sempre mi!
I muchachi e le muchache
Quando arriva el dindondero
Mamma dammi del dinero
Mamma dammi del dinè
I muchachi e le muchache
Quando arriva el dindondero
Mamma dammi del dinero
Mamma dammi del dinè
El merendero!
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là, è là che l’aspettava
L’è lì, è là che aspettava Miguel
Miguel son mi!
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti e ti non dise niente
E ti e ti dise niente a Miguel
Miguel son sempre mi!
El merendero!
Autori: Cartone animato disegnato da Paul Campani – Canzone di Romano Bertola
Anni di messa in onda: Dal 1967-1969
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Caio Gregorio
(Bassotto, tarchiato e nasuto, Caio Gregorio, orgogliosamente armato di lancia e scudo, assolve al compito di raccontare – ovviamente a modo suo! – la storia degli antichi, romani e non, passeggiando con disinvoltura da Cesare a Madama Butterfly. Caio Gregorio, con in suoi ben nove anni di performance, non solo è uno dei più longevi protagonisti di Carosello, ma è anche considerato, un po’ maliziosamente, uno di quei “personaggi vampiro” capaci di catturare a tal punto l’attenzione del pubblico da “uccidere”, come ebbe a dire Umberto Eco, il prodotto pubblicizzato.”)
Caio Gregorio: “Ave! So’ Caio Gregorio, er guardiano der pretorio. Fa’ la guardia nun me piace, c’ho du’ metri de torace…”
Voce di donna: Ma che vuoi, Caio Gregorio?
Caio Gregorio: Fa’ la guardia a qualcosa più importante.
Voce di donna: Per esempio?
Caio Gregorio: Sacripante! Alla buona qualità!
Autori: Scritto e recitato da Alfredo Danti – Disegni di Gino Gavioli
Anni di messa in onda: Dal 1960 al 1969, per un totale di 118 episodi
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Babbut, Mammut e Figliut
(“La più bella famiglia di cavernicoli lombardi mai ideata in Italia” – la definì Marco Giusti. Babbut, Mammut e Figliut non articolano verbo, ma si esprimono in un buffo linguaggio gutturale e con le voci prestate dal quartetto Radar, all’epoca molto famoso. A renderli particolarmente simpatici al pubblico non sono soltanto le loro disavventure con le diavolerie moderne, quanto soprattutto il loro rapporto con il Nord nei primi anni Sessanta.)
“Ohè cavernicoli! non siamo più all’età della pietra!” (E’ la frase con la quale un omino milanese li apostrofa alla fine di ogni episodio)
Autori: Gino e Roberto Gavioli – Musica di Giampiero Boneschi
Anni di messa in onda: 1962-1965
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Susanna tuttapanna
(Susanna è una bambina paffutella che abita dentro una tv, dalla quale interagisce con il pubblico battendo sullo schermo. Nonostante la sua aria angelica, anche lei viene considerata un “personaggio vampiro”, tanto…ridondante da oscurare il prodotto pubblicizzato. Per di più, pare che Susanna fu il primo esempio di personaggio che ispirò la produzione di gadget, in seguito estesi anche ad altri protagonisti di Carosello.)
“Ehi! Ehi! Ciao… mi vedi? Senti… ti piaccio disegnata così? Sai, ti voglio bene… ma tu sei di là da questo vetro e io non posso uscire dal televisore… il regista non vuole. E poi… io non sono come te… sono solo un piccolo disegno! Pitupitum – pa! Sai, qui alla televisione sono di casa e… faccio un po’ di tutto! Pascolo le pecorelle dell’intervallo, accudisco l’uccellino della radio… faccio Carosello… oh, scusa, non mi sono presentata: sono Susanna… Susanna Tuttapanna! Qui alla Rai Tv mi chiamano tutti così perché vado matta per il formaggino alla panna, il fior fiore dei formaggini! Pitupitum – pa!».
Autori: Disegni di Marisa Mecacci – Voce di Grazia Radicchi
Anni di messa in onda: Dal 1966 al 1967